«Rigato, un esempio nel settore medico»

«Eccellenti uomini di fegato: Igino Rigato», sintetizza Claudio Tiribelli. Parole semplici che aiutano a sottolineare il coraggio con cui il “suo” dottore ha affrontato la malattia.
A un mese dalla morte del medico quarantunenne originario di Nogaredo di Prato, in provincia di Udine, ma per anni al lavoro al Cattinara, il direttore della Fondazione italiana fegato (Fif) onlus sollecita istituzioni e istituti di credito cittadini a contribuire a una serie di eventi in ricordo del dottor Rigato.
Il medico friulano, laureato a Trieste, aveva lavorato all’ospedale di San Vito al Tagliamento, dove risiedeva assieme alla moglie Stefania, conosciuta nel reparto dell’ospedale di Cattinara e con la quale ha avuto tre figli, ed era poi entrato nell’organico della clinica patologie del fegato, la cui Fondazione aveva contribuito a far nascere.
La Fif, spiega Tiribelli, «ha come missione la ricerca traslazionale in campo epatologico ed è uno dei pochi esempi che combina il trattamento di pazienti con malattie di fegato a un gruppo di ricercatori che nei laboratori ne ricerca le cause per individuare i migliori trattamenti. Igino è stato uno dei leader della Fondazione a partire dalla sua costituzione nel 2008. Era colui che meglio armonizzava una attenta, scrupolosa e umana cura con il paziente a un rigido approccio al problema scientifico alla base della malattia».
Il risultato, prosegue il direttore del centro, «di una sua solida esperienza clinica derivante da intense esperienze in corsia e ambulatorio, con un anno di ricerca anche a Seattle alla Washington University. Alcune delle pubblicazioni di Rigato sono punti di riferimento nel campo per tutta la comunità clinico-scientifica mondiale. Igino è stato e rimarrà un esempio per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui. È per questo e per rendere ancora più visibile il ruolo che ha avuto che la Fif sta cercando di organizzare iniziative che ne tengano vivo il ricordo».
Una Fif, conclude Tiribelli, «che, anche grazie all’interazione con le strutture pubbliche, è un modello in grado di fornire ai pazienti le migliori risposte possibili nel modo più economico».
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