Rimborsi spese senza giustificazione la Finanza accusa il sindaco di Montona

PISINO. Feste di fine anno all’insegna dell’amarezza e della preoccupazione quelle che sta trascorrendo Tomislav Pahović, sindaco indipendente del piccolo centro istriano di Montona, la pittoresca località nota soprattutto per essere il luogo di nascita dell’ex campione automobilistico Mario Andretti.
L’Uskok, l’Ufficio croato per la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, ha sollevato nei confronti di Pahović il capo di imputazione sul quale a metà gennaio si pronuncerà il Tribunale regionale di Fiume. Il primo cittadino di Montona è accusato di malversazione con i fogli di viaggio per un totale di migliaia di euro a danno del modesto bilancio comunale, che solitamente supera di poco il milione di euro. Secondo il capo di imputazione, Pahović ha utilizzato per anni l’automobile privata per gli spostamenti connessi al proprio ufficio. Al vaglio degli ispettori sono gli spostamenti al di sotto dei trenta chilometri di distanza dalla sede del Comune, per i quali - secondo le verifiche effettuate - il sindaco non aveva una documentazione valida che li giustificasse. Avrebbe insomma intascato il risarcimento spese pur non avendo diritt o a riceverlo.
Raggiunto al telefono da un giornalista del Novi List, Pahović ha respinto tutte le accuse a suo carico. «Sono soltanto insinuazioni e costruzioni - ha spiegato - inventate e montate dall’opposizione politica per screditarmi».
Sempre stando a quanto ha ricordato la stampa croata, otto anni fa il sindaco di Montona era finito nella bufera in seguito a una vicenda di tutt’altro genere: avrebbe esercitato la professione di medico pur avendo in tasca unicamente il diploma di scuola media superiore. Come testimoniato da alcuni abitanti della località, per la durata di alcuni mesi aveva svolto le mansioni di medico in proprio nell’ambulatorio del medico di famiglia locale, visitando i pazienti, prescrivendo le cure e firmando le impegnative. Altri testimoni avevano sostenuto invece che nell’ambulatorio era l’assistente del medico titolare Slobodan Komazec, poi andato in pensione.
Interpellato dalla stampa, Pahović si era difeso affermando che si recava ogni giorno nell’ambulatorio in qualità di amico del medico, e aveva aggiunto anche di essersi comunque laureato in medicina in una Università all’estero. Alla richiesta di esibire il diploma di laurea aveva risposto di non avere alcuna necessità di difendersi da simili «fesserie». Va sottolineato che comunque all’epoca, al di là dello scalpore, la vicenda non aveva avuto alcun seguito sul piano giudiziario. —
P.R.
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