Rispunta la lista di leva e spiazza i giovanissimi

Il Comune aggiorna gli elenchi. Ma non c’è chiamata alle armi
Il primo febbraio il Comune renderà pubblica la lista di leva, che interessa i triestini nati tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2001. Non si tratta di uno scherzo né tantomeno di un ritorno al passato; è la normale prassi seguita dall’Ufficio Leva del Comune che, in seguito alla sospensione del servizio militare, continua annualmente a compilare il registro dei triestini diciassettenni che dovrebbero - il condizionale sì che è rimasto obbligatorio - servire la Patria.


L’avviso viene pubblicato ogni anno il primo gennaio a firma del sindaco il quale «rende noto che sono in corso le operazioni per la formazione della lista di leva. Nel mese di gennaio, le iscrizioni vengono proposte d’ufficio per tutti i giovani che siano legalmente domiciliati nel Comune».


L’ufficio competente conserva gli archivi delle precedenti liste dagli anni ’70 fino a quelle dell’anno in corso, anche se oggi la compilazione non avviene più con le macchine da scrivere. L’elenco preparatorio delle liste infatti, dal primo giorno di febbraio, viene pubblicato direttamente online sull’Albo pretorio. Nella stanza dell’ufficio in questione le annate sono suddivise in faldoni compilati con precisione, in una sorta di mappa di un passato distante, eppure ancora presente.


Se da un lato il mantenimento di queste operazioni è da considerarsi assolutamente normale, a essere controverse sono invece le reazioni dei diretti interessati. «Onestamente non ne sapevo nulla - così il giovane Alberto Calcara - e devo ammettere tra le altre cose che noi ragazzi non conosciamo questi argomenti, forse per il fatto che probabilmente non dovremmo mai svolgere il servizio militare. La mia opinione è che però, nei riguardi di alcuni coetanei che hanno commesso certi crimini gravi nei confronti della legge, un anno di leva sarebbe utile piuttosto che spedirli al riformatorio per qualche tempo».


Leonardo Valentini era all’oscuro di tutto. «Non ne sapevo niente, forse anche per il fatto che noi giovani non parliamo di questi argomenti. Personalmente credo che indirizzare qualche ragazzo verso il servizio militare non sarebbe poi così sbagliato, anzi, probabilmente gli farebbe bene».


Alessia Flora è la madre di Leonardo. «Sinceramente non sapevo che continuassero a compilare le liste di leva ma se è solo un’operazione di routine non c’è niente di cui temere». Leonardo ha tuttavia le idee molto chiare: «Anche quando parlavano del ritorno della leva, io sono sempre stato contrario. Non si può obbligare una persona a fare qualcosa contro la sua volontà».


I genitori o i tutori, in base alle operazioni di registrazione «hanno l’obbligo di curare che l’iscrizione avvenga regolarmente» e i giovani «il dovere di farsi inserire nella lista di leva qualora vi fossero stati omessi», così recita l’ultima parte dell’avviso pubblico.


Il decreto legislativo da cui parte questa normale operazione è il 66 del 15 marzo 2010. In esso sono contenuti anche i casi in cui la leva può essere ripristinata: «Se è deliberato lo stato di guerra ai sensi dell’articolo 78 della Costituzione» oppure «se una grave crisi internazionale nella quale l'Italia è coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza ad una organizzazione internazionale giustifica un aumento della consistenza numerica delle Forze armate». L’articolo che disciplina la compilazione delle liste di leva è il numero 1932, in cui si legge che oltre al manifesto pubblico a firma del sindaco, le informazioni «possono essere diffuse anche attraverso altri idonei mezzi di comunicazione». Il Comune non ha emesso alcun comunicato stampa sulle operazioni. Nei primi dieci giorni di aprile la lista viene trasmessa direttamente al ministero della Difesa.


La sospensione della leva obbligatoria - che durò nei territori italiani per 144 anni - divenne operativa dal 1 gennaio 2005, grazie alla legge Martino, abolita poi dal quarto governo Berlusconi nel 2010 che l’ha resa nuovamente obbligatoria ma solamente nelle due ipotesi accennate nel precedente paragrafo.


La compilazione dei registri di leva quindi va avanti. Tuttavia sono gli stessi genitori a ignorare il mantenimento di queste operazioni formali. La percezione comune è da ascriversi all’abolizione del servizio militare, dove invece la si dovrebbe indicare come “congelata”. Alcuni adulti la prendono scherzosamente come Giorgio Calcara che afferma : «Ma esistono ancora le liste di leva?».


È certo che si tratta di attività standard, che non devono né preoccupare né far suonare l’allarme nelle case dei genitori. Nonostante ciò, la percezione dei diretti interessati è a tutti gli effetti il manifesto della curiosità e delle conseguenti perplessità verso un mondo sepolto e a loro sconosciuto.


Per chiunque desideri saperne di più l’Ufficio Leva del Comune di Trieste ha messo a disposizione un numero di telefono. Allo 040 6754210 si possono ottenere tutte le informazioni necessarie a comprendere un elemento che corrisponde ad un’epoca scomparsa e soprattutto a scacciare le paure che, da un giorno all’altro, il proprio figlio venga fatto “partire” per chissà dove.


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