Ristorante delle Torri cerca solo personale filippino

L’annuncio non era sfuggito all’attenzione di chi frequenta il centro commerciale Torri d’Europa, tanto da far giungere in redazione alcune segnalazioni di quello che sembrava essere un caso di odiosa discriminazione razziale alla rovescia. L’annuncio in questione, in effetti, era un po’ inusuale.
«Si cerca personale di nazionalità filippina», era apparso i giorni scorsi sulla vetrina di un locale non meglio precisato, lasciando intendere che qualsiasi persona in cerca di occupazione, ancorchè professionalmente preparata, non avrebbe potuto accedere all’offerta di lavoro senza un regolare passaporto rilasciato dalle autorità competenti di Manila, capitale della Repubblica asiatica. Il caso, se di caso si può parlare, si è sgonfiato dopo una camminata al primo piano del centro commerciale di via Svevo.
Il cartello, in effetti, campeggia tuttora all’ingresso di Mishi-Mishi, il ristorante giapponese aperto poco più di un anno fa e situato nella zona ristoranti del complesso commerciale.
Chen, il gestore cinese che si è trasferito a Trieste in concomitanza con l’apertura di questa attività di ristorazione, cerca di spiegare in uno stentato italiano e con qualche imbarazzo ciò che, alla luce del menu tipico del ristorante, appare sufficientemente chiaro: «La cucina filippina è molto simile a quella giapponese». Maki, uramaki, maguro e ikura, evidentemente, si discostano di poco dalla tipica offerta culinaria dell’arcipelago di isole circondate dal Pacifico. Mishi-Mishi, che come spesso accade per i locali giapponesi nostrani non annovera nemmeno un dipendente proveniente dal paese del Sol Levante, impiega dieci persone fra la cucina e i tavoli del locale, per un numero totale di coperti superiore al centinaio.
I cittadini residenti a Trieste sono avvisati: il ristorante giapponese delle Torri cerca personale serio, onesto, affidabile e…filippino.
Tuttavia, con la fame di lavoro che c’è in questi tempi di crisi, c’è anche chi legittimamente si domanda: perchè non far lavorare anche personale italiano.
Ci sono tanti ragazzi a spasso, molti diplomati e laureati, che quotidianamente si rivolgono all’ufficio di collocamento per trovare un’occupazione qualsiasi pur di poter portare a casa uno stipendio.
Luca Saviano
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