Ristoranti d’Italia Klugmann rimane nell’Olimpo del cibo

L’Argine di Antonia Klugmann rimane sul podio della classifica dei 50 migliori ristoranti italiani nella categoria “Fino a 120 euro”; la Lokanda Devetak 1870 di San Michele del Carso e il Wiener Haus di Gorizia entrano, invece, l’una nella classifica “Trattorie/osterie”, l’altra in quella “Low cost”, mentre la Trattoria Al cacciatore di Cormons esce dalla categoria “Trattorie/osterie”. Per quanto riguarda l’Isontino è questo, in sintesi, il verdetto della cerimonia di premiazione di “50 Top Italy 2021”, la seconda edizione della guida on-line ai Migliori ristoranti italiani.
Nel dettaglio, Antonia Klugmann, regina lo scorso anno nella sua fascia di prezzo, retrocede di una posizione lasciando lo scettro al romagnolo Gianluca Gorini (“daGorini”) che sale in vetta scalando posizioni dalla nona piazza. Con il secondo posto, “L’Argine” di Vencò, grazie ai piatti preparati dall’ex giudice di Masterchef, rimane però nell’olimpo della gastronomia nazionale. «Una cena all’Argine è un regalo da fare a se stessi e a chi amiamo, perché si esce gioiosi, soddisfatti dal gusto e dal buongusto, coccolati in sala e con Antonia Klugmann che prepara piatti dalla raffinata semplicità, ma complessi nella ricerca», esordisce la recensione nella quale petto e coscia di faraona vengono indicati come il piatto “da non perdere”. Tutto il menù però è da acquolina in bocca e non è un caso che per prenotare una cena nel locale di Dolegna del Collio ci si debba mettere in fila e attendere pazientemente.
Per la Lokanda Devetak 1870 l’ingresso nella classifica “Trattorie/osterie” avviene direttamente al 24esimo posto. «Qui la tradizione di una cucina genuina e tipica del territorio viene tramandata da cinque generazioni», si ricorda nella recensione dove poi viene aggiunto: «Tradizione carsica, amore per il territorio, ricerca e fantasia sono alla base dei piatti, con accostamenti innovativi ed elementi della cucina mitteleuropea, dando vita a sapori sempre nuovi». In questo caso, per la rivista on-line da provare ci sono tagliolini alla farina di vinaccia e supeta.
Scendendo alla fascia più popolare, a chiudere la categoria “Low Cost” si trova il Wiener Haus di piazza Cesare Battisti. «Un ambiente accogliente, tutto in legno, su due piani, con area bimbi e tavoli all’esterno. L’atmosfera è quella mitteleuropea come il menù», scrivono e qui a colpire sono stati gli spatzle verdi con speck e gorgonzola: «Riempiono già alla vista».
Per quanto riguarda il resto della regione, il Friuli Venezia Giulia si difende bene anche nella categoria “Oltre i 120 euro” dove è presente con tre ristoranti. A guidare la pattuglia c’è il friulano Agli Amici di Udine. Il locale di Emanuele Scarello conferma il 21esimo posto della prima edizione. Alle sue spalle si trovano, rispettivamente in 31esima e 32esima piazza, il ristorante Laite di Sappada e Harry’s Piccolo di Trieste. Il primo lo scorso anno era 11esimo, ma nella categoria “Fino a 120 euro”, il secondo invece ha scalato quattordici posizioni nella classifica della “Serie A del gusto”. Trieste è poi presente anche tra le trattorie grazie a Giulio Cusma e al suo Nero di Seppia (17esimo).
Più in generale, nella serata condotta da Federico Quaranta le quattro distinte classifiche sono state svelate attraverso un emozionante countdown. Per i ristoranti “Oltre i 120 euro” a confermarsi al vertice è stata l’Osteria Francescana dello chef Massimo Bottura (Modena) seguita da Uliassi (Mauro Uliassi, Senigallia) e Daní Maison (Nino Di Costanzo, Ischia). Nella fascia “Fino a 120 euro” alle spalle dei ristoranti di Gianluca Gorini e Antonia Klugmann si piazza, sul terzo gradino del podio, il Lido 84 di Riccardo Camanini (Gardone Riviera). Per la categoria “Trattoria/Osteria” a guidare il gruppo con l’Antica Osteria del Mirasole a San Giovanni in Persiceto (di Franco Cimini) ci sono La Brinca a Ne (di Simone Circella) e Nù Trattoria Italiana dal 1960 - Trattoria di civiltà e libertà contadina ad Acuto (di Salvatore Tassa). Infine i “Low cost” vedono nei primi tre posti Panificio Bonci di Roma (Gabriele Bonci), Da Gigione Hamburgheria & Braceria di Pomigliano d’Arco (Gennaro Cariulo) e Anikò di Senigallia (di Moreno Cedroni). —
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