Ristoranti, la crisi morde anche a Natale

La crisi morde il pranzo delle feste. E in diversi ristoranti triestini sia per il giorno di Natale sia per il cenone della Vigilia è ancora possibile prenotare qualche posto a tavola. E c’è anche chi, vista la scarsità di richieste, ha deciso di tener chiuso sia stasera che domani. I menù proposti hanno prezzi più contenuti: in Carso, dove anche quest’anno tra la crisi e lo spauracchio dell'alcoltest le prenotazioni sono andate più a rilento, con 45 euro il giorno di Natale si pranza bibite incluse. In centrocittà il costo a persona oscilla invece mediamente tra i 55 e i 75 euro, vino a parte.
«Non ho visto grande interesse per il cenone della Vigilia né per il pranzo di Natale - sostiene Roberto Centrassi del ristorante Barrique - e quindi ho preferito tenere chiuso». Stessa scelta per un altro ristorante, l'Arco di Riccardo: «Non avevo raccolto molte prenotazioni quindi il 24, 25 e 26 tengo chiuso», spiega lo chef Luca Gioiello.
Riescono a cavarsela i ristoranti più conosciuti del centro, come il Bagatto, l'Antica Ghiaccheretta che tiene aperto ogni anno solo per il cenone, l'Antico Pavone, le Bandierette o la Chimera di Bacco. «Siamo pieni - confermano dall'Antico Pavone - per la Vigilia proponiamo un menù alla carta mentre per il pranzo di Natale preferiamo proporre un menù fisso». «Ho il tutto esaurito perché ho proposto il menu a 25 euro - dichiara Emilio Cuk, presidente dell'Associazione cuochi e gestore del ristorante Montecarlo - e questo è l'unico modo ormai per riuscire ad assicurarsi il pienone. Molti miei colleghi sono in difficoltà e hanno ancora posti a disposizione. La gente non ha più soldi - continua Cuk - e gli chef devono avere l’abilità di confezionare dei menù di buona qualità ma usando materia prima che non costi eccessivamente».
Intanto i locali stanno raccogliendo le prenotazioni per il cenone di fine anno. E da un primo riscontro i numeri per il 31 dicembre sembrano più confortanti. «I ristoranti per famiglie, quelli tradizionali, a Natale non hanno difficoltà - spiega il presidente della Fipe Bruno Vesnaver - mentre capisco i gestori dei ristoranti più modaioli, per giovani, che hanno optato per la chiusura. Nel loro caso le prenotazioni languono. Sono spesso ancora i nonni a pagare i pranzi di Natale - osserva - e la scelta ricade inevitabilmente su ristoranti delle tradizione».
Maggiori difficoltà a registrare il tutto esaurito le evidenziano, come si diceva, i ristoratori del Carso. L’ipotesi dei controlli sul tasso alcolemico spaventa chi, almeno il 24 e il 25, vuole accompagnare certe prelibatezze con qualche buon bicchiere di vino. «La Vigilia teniamo chiuso - precisano da Krizman a Monrupino - ma per il pranzo di Natale siamo aperti malgrado i tavoli non siano ancora tutti prenotati. Offriamo un menu completo, con primo e secondo a scelta, - aggiunge il titolare di Krizman - a 45 euro a testa». Una proposta che con difficoltà si riusciva a trovare negli anni passati. «Abbiamo ancora qualche posto libero per la Vigilia - dichiara invece uno dei titolari dell'antica trattoria Felluga di Conconello, Moreno Gelleni - mentre per Natale i clienti abituali hanno prenotato i loro tavoli come ogni anno. La crisi si sente - aggiunge Gelleni - non si era mai visto un dicembre così difficile nel settore della ristorazione».
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