Addio al dottor Piccinino, storico fisiatra della Triestina Calcio
Stimato medico chirurgo e fisiatra, è scomparso nella notte tra venerdì e sabato a causa di una malattia. Aveva 60 anni: il cordoglio e i ricordi

Ci sono immagini affisse nelle case, impresse sui libri, custodite nella memoria, capaci di rinverdire ricordi indelebili. In tema Triestina, gli eroi di Lucca si prendono per distacco il primo posto tra i ricordi più belli del nuovo millennio. Quella squadra che in due mesi seppe portare Trieste dalla C2 ai vertici della B. L’Unione del Presidente Berti, dell’allenatore Ezio Rossi, di Parisi, Gennari e Ciullo in campo. Nello staff di quella Triestina, stimato medico chirurgo fisiatra, c’era il dottor Roberto Piccinino, strappato alla vita prematuramente nella notte tra venerdì e sabato scorso, vinto da una malattia che non gli ha lasciato scampo da poco superata la soglia dei 60 anni.
Piccinino era ed è legato alla gloria alabardata e a chi nella vita di tutti i giorni ne conosceva ed apprezzava le doti umane e la competenza professionale. Iniziò con la Triestina nella seconda metà degli anni ’90, a comporre una triade affiata con il dottor Giorgio Crocetti e Paolo Bergagna. Era la Triestina ai tempi in C2, dapprima più volte vicina alla promozione, poi quel triennio vincente, con la promozione a Mestre nel ’01, quella a Lucca nel ’02, la A sfiorata nel ’03.
Commosso il dottor Bergagna, presidente dell’Associazione Medici Sportivi di Trieste e tutt’oggi colonna della Triestina. «Per me un amico fraterno, sono veramente affranto e non pensavo ad un decorso così rapido della malattia». Un tuffo nel passato ai bei ricordi di un collega giovane all’epoca svezzato con stima e lungimiranza. «Aveva fatto con me la tesi di specialità, sulle lesioni muscolari dei calciatori. Qualcosa che poi ha seguito per tutta la vita. Abbiamo lavorato assieme tantissimi anni iniziando nello studio di Altura, poi si trasferì in città per proseguire in libera professione. Amato e ben voluto da tutti».
Il segreto di quelle squadre vincenti si nascondeva anche nelle alchimie tra i membri dello staff. «Alla Triestina – conclude Bergagna –, mi chiese di andarci l’allora ds Walter Sabatini ed io suggerii Roberto come giovane al mio fianco, abbiamo lavorato benissimo assieme, scherzando dicevo sempre che in trasferta aveva un doppio ruolo, quello di medico sociale e quello di guardia del corpo, perché faceva pure full contact e arti marziali». Il rapporto con la società alabardata praticamente decennale si interruppe per entrambi, Bergagna e Piccinino, nella transizione tra il bizzarro Tonellotto e la gestione della famiglia Fantinel, nel corso del 2006.
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