Romano: «Nessuna pressione volevo sostenere l’ospedale»

Accusata di “interferenze” per favorire la nomina di Vassallo in Pneumologia. Sulla telefonata a Cavallini: «Non sapevo fosse il presidente della Commissione»
Laura Borsani
Silvana Romano
Silvana Romano

GORIZIA Com’erano i rapporti tra lei ed il dottor Cavallini nel periodo tra dicembre 2016 e marzo 2017? Era a conoscenza del fatto che nel febbraio 2017 era in atto il concorso bandito dall’Azienda sanitaria 2 Isontino Bassa Friulana per l’assegnazione della direzione di Pneumologia (sedi Gorizia, Monfalcone, Cormons e Gradisca) e che Cavallini presiedeva la Commissione preposta a fornire la proposta circa l’affidamento dell’incarico al direttore generale dell’Ass2?

Sono alcune delle domande poste dal pubblico ministero all’imputata Silvana Romano che ieri ha reso esame, davanti al Collegio giudicante. Romano è accusata di tentata concussione, rispetto ad una presunta “interferenza”, in qualità di assessore alle Politiche sanitarie, sociali, della famiglia e della disabilità, presso il dottor Gianni Lidiano Cavallini, al fine di “favorire” uno dei due candidati per il concorso, il dottor Fabio Vassallo, all’epoca facente funzioni di Pneumologia.

Romano ha affermato che con Cavallini i rapporti erano costanti ed ottimi, tanto da proseguire anche dopo il fatto contestato e della cui denuncia Cavallini non l’aveva mai informata, riconducendoli ai rispettivi ruoli ricoperti, in particolare nell’ambito dell’assistenza sociale, ma anche a proposito di prevenzione sanitaria, di cui il medico era responsabile.

Ha invece negato di essere a conoscenza allora di quel concorso e del fatto che Cavallini fosse il presidente della Commissione, né sapeva da chi fosse composta. Conosceva anche Vassallo, come le ha poi chiesto il pm, ma «per motivi di salute», nel contesto quindi di un rapporto medico-paziente.

Ha mai cercato di favorire Vassallo raccomandandolo a Cavallini? «Assolutamente no», ha risposto Romano. E veniamo alla telefonata dalla quale era poi scaturita la denuncia nei suoi confronti da parte del medico. Quella frase: “Ricordati di fare il bene di Gorizia, perché l’anno prossimo ci sono le elezioni (regionali, ndr) e gli errori che fai li paghi”. Romano ha risposto: «Avevo solo detto “pensa al bene di Gorizia”, ne ho sempre parlato in questi termini con tutti e in tutte le occasioni, anche con il direttore generale». Ha poi ampliato il contesto di quel periodo, caratterizzato dalla campagna elettorale per le amministrative di Monfalcone e di Gorizia, per osservare: «Era un momento particolare, in regione c’era la presidente Serracchiani. Era in corso un depauperamento dell’ospedale di Gorizia, per il quale peraltro era già stato tolto il Punto Nascita. Il mio atteggiamento è sempre stato quello di sostenere l’ospedale ed il territorio».

Ha fatto riferimento inoltre alla donazione all’epoca da parte della Carigo di uno strumento endoscopico che era stato assegnato all’ospedale goriziano, la presentazione era avvenuta all’auditorium di Monfalcone, «quando sarebbe stata opportuna a Gorizia», e che tale macchinario era in procinto di venire ubicato a Monfalcone. Sempre in merito alla frase asseritamente pronunciata nei confronti di Cavallini, questi non avrebbe potuto avere alcuna conseguenza negativa in ambito lavorativo, ha affermato rispetto alle domande del suo difensore, avvocato Dario Obizzi. «Una funzione apicale la decide solo l’Azienda sanitaria, tramite il direttore generale, e non certo l’assessore di un Comune del territorio». Quanto alla Conferenza dei sindaci, in materia sanitaria, l’assessore ha chiarito che all’interno di tale organo siede il sindaco, che può però di volta in volta delegare. E comunque la Conferenza non aveva e non ha alcuna competenza in fatto di concorsi interni aziendali o passaggi di carriera dei medici, ma principalmente funzioni consultive. Quindi era in ogni caso impossibile – secondo l’assessore Romano — influire sulla carriera del dottor Cavallini che, tra l’altro, non ha mai avuto alcun demansionamento o perdita di qualcuno dei tanti incarichi che ricopriva, tanto che pochi mesi dopo i fatti è andato in pensione conservando tutti i ruoli ricoperti».

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