Ronchi, misteriosa sparizione notturna: rubata Fiat Seicento parcheggiata in via Venezia
L’auto di famiglia usata per lavoro e scuola è svanita nel nulla. Dentro due seggioloni e un borsone da calcio. L'appello dei proprietari

Sabato all’1.30 di notte la Fiat Seicento color fiordaliso, un’utilitaria smart di dieci anni, sfruttata soprattutto per la spola al posto di lavoro e l’accompagnamento delle bimbe a scuola, se ne stava regolarmente parcheggiata in via Venezia a Ronchi. Una sosta quasi al millimetro, con ridottissimo spazio tra il cofano e la seconda vettura di famiglia, pure in sosta lì, su strada pubblica. Davanti, invece, l’auto dei vicini. Ebbene, nove ore dopo, la Seicento non c’era più. Sparita, volatilizzata. Mistero.
«Si sa solo, per via delle telecamere – spiega Giaira – che non è passata per Monfalcone, dove c’è un sistema di videosorveglianza con rilevamento della targa. Infatti l’ultimo transito di lì risale a sabato pomeriggio e l’ha compiuto mio marito Luigi, proprietario della macchina».
È probabile dunque che chi s’è impossessato della Seicento, il ladro, abbia intrapreso la rotta opposta, verso San Canzian o la Bassa, magari Fiumicello. La famiglia ronchese ha sporto denuncia, bloccato l’assicurazione e si rivolge ora a chiunque possa aver notato in giro la Seicento targata CR274DE.
All’interno due seggioloni e un borsone da calcio. C’è la convinzione, anche in chi ha raccolto la segnalazione e avviato subito le immagini, che si possa trattare di una “ragazzata”, se così si può dire o che comunque dietro al furto ci possano essere dei giovanissimi. «Di certo, però, questa persona sapeva uscire dal posteggio, molto stretto. Oppure aveva un complice in aiuto per le indicazioni – spiega Giaira – perché l’altra nostra vettura, subito dietro, ad appena 10 centimetri di distanza, non ha riportato graffi».
Ma non può essere che l’altra macchina dei vicini non ci fosse più? «No – replica la cittadina – perché se noi ce ne siamo accorti alle 9.30, uscendo da casa, loro se n’erano andati via già mezz’ora prima e la Seicento non c’era. Ce l’hanno riferito». È probabile che il colpo sia stato messo a segno col favore dell’oscurità e dunque nel raggio di un paio d’ore dal rientro, sabato, della famiglia. Che, per distrazione, aveva lasciato le chiavi all’interno dell’abitacolo. Una zona tranquilla, del resto, via Venezia, che ospita il retro della stazione dei carabinieri di Ronchi, gli stessi attivatisi ora nelle indagini. Purtroppo le telecamere dell’Arma, per motivi di privacy, non arrivano a coprire il punto né, spiega sempre Giaira, è stato possibile trovare supporto nel vicinato: la videosorveglianza, pure privata, lì è assente.
E allora non resta che appellarsi al senso civico delle persone, nella speranza che l’auto salti fuori. «Non tanto per il valore economico, ci costerebbe di più rottamarla – conclude Giaira – quanto per quello affettivo: le bimbe sono da sempre abituate a spostarsi su quell’auto. Un brutto scherzo, per loro». Che il ladro si metta una mano sulla coscienza. Un altro ronchese, infine, ha riferito nella vicina via del Macello la visita dei ladri, ma stavolta su un’auto sostitutiva: ha trovato portiere e vano portaoggetti aperti. Bottino qui magrissimo: 5 centesimi. Manco la fatica di rovistare il mezzo .
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