Ronchi ricorda l’invasione dei nazisti del maggio 1944

Sabato in piazza Oberdan davanti alla lapide commemorativa: le truppe tedesche con i repubblichini della “Banda Colotti” arrestarono 68 persone
Bonaventura Monfalcone-05.10.2011 Piazza Oberdan-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-05.10.2011 Piazza Oberdan-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Settanta anni fa Ronchi dei Legionari visse una delle pagine più tragiche e dolorose della sua lunga storia. Un rastrellamento che, diffuso in tutta la cittadina, che allora contava poco più di 8mila abitanti, coinvolse 68 persone. Quella data, impressa nella memoria dei sopravvissuti, sarà ricordata sabato con una cerimonia che avrà luogo sabato, alle 10.30, in piazza Oberdan dove, alcuni anni fa, è stata collocata, a cura di Comune, Anpi e Aned, una lapide commemorativa. 24 maggio 1944: ore 5 del mattino. Ronchi dei Legionari fu scossa dall’arrivo di camion carichi di truppe tedesche assieme a repubblichini italiani che fecero parte della famigerata “Banda Colotti”, nota per la sua cruenta battaglia antipartigiana. I camion erano diretti a Vermegliano, in centro e nella zona della “Casette”. Iniziò il rastrellamento. A Vermegliano arrestarono Angelo Miniussi, Giordano Blason, Armando Maturo, Fortunato Soranzio, Lodovico e Gino Zonta, Stelio Settomini, Luigi Felchero, Enedina Modi, Carmen Tonini e Leda Bevilacqua. Lungo il viale dedicato allora al Principe Umberto, furono arrestati Guglielmo Tomasin e Valdi Tomasin, Attilio Beltramini, Felice Boscarol, Cesarina Carnieli, Antonio Deiana, Guglielmo Deiuri con la moglie Albina Toffolo, Severino Deiuri con la moglie Anna Sfiligoi, i fratelli Gino e Aldo Saponeri, Antonio Bevilacqua (padre di Leda) e i tre fratelli Arcù, Giacomo e Mario Tardivo.

II rastrellamento continuò in centro, dove furono prelevati Severino Zanet (detto il palombaro), i fratelli Paolo e Luigi Pasqualini, Angelo (padre) e Aldo (figlio) Gregorin con la cugina Bianca Torre. Nel caseggiato dei Gergolet furono fatti prigionieri i fratelli Angelo e Giovanni, i coinquilini Marcello Bait, Angelo Moimas, Vincenzo Daniotti, Vittorio Zimolo, Armando Russian, Franco Bruni e nel rione “Casette” i tedeschi irruppero nella casa di Emesta Zuppet, dove sapevano che era ospitato il gruppo GAP. Arrestarono, armi in pugno, Oliviero De Bianchi, Angelo Cenedese, Giuseppina Jarc ed Emesta Zuppet. Gli arresti continuarono nei confronti dei coniugi Mario Ulian e Giuseppina Tonini, i fratelli Bruno, Ugo e Nerino Tomasin, Giuseppe Zamar, i fratelli Virgilio e Leonardo Zamar, Elio Rusic, i fratelli Giuseppe, Adorno e Adelchi Zanet, Armando Lenardon, i fratelli Antonio e Rodolfo Franzi, Virgilio Zat, Salvatore Cossu, la famiglia di Domenico Candotto, la moglie Maria Turolo e i figli Mario, Ida e Fede. Tutti furono radunati nei pressi del “Caffé Trieste” e caricati su camion con destinazione carceri del Coroneo, a Trieste. II 31 maggio 1944 partirono per i lager nazisti. Dei 68 ronchesi arrestati 32 non fecero più ritorno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo