Rosandra, la principessa

SAN DORLIGO
Era l'alba dei tempi, quando acqua, vento, fuoco e aria dominavano il mondo. E la leggenda narra che una diafana principessa dal nome Rosandra fosse stata rapita da un mago e rinchiusa nel suo castello. Un principe accorse per liberarla, sconfiggendo lo stregone malvagio, promettendole amore eterno. Ma come in tutte le fiabe, il principe dovette partire verso mari lontani lasciando la principessa Rosandra in una struggente attesa e nella speranza di vederlo ritornare. Nel viaggio che lo portava da lei la nave naufragò in una terribile tempesta e il principe fu inghiottito dagli abissi. Un forte e gelido vento si alzò dal nord, e soffiò così forte da trasformare la povera principessa in una pietra dura che lei riuscì a spezzare con le sue lacrime di dolore per l'amore perduto. Si creò dapprima un piccolo rigagnolo che diventò sempre più grosso e impetuoso. E levigò le dure rocce che la circondavano. Nasce così, come vuole la leggenda, la storia della Val Rosandra (Dolinca Glinšcice per gli sloveni) e del suo omonimo torrente, narrata in apertura del documentario “Rosandra la principessa della Valle” che sarà presentato questa sera in anteprima al FestiValbruna, la rassegna cinematografica delle Alpi Giulie.
Già presentato al Trento Film Festival il 2 agosto e prodotto dall'ufficio stampa della Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con il Comune di San Dorligo e della Riserva naturale della Val Rosandra, diretto da Giorgio Gregorio, racconta tra leggenda e realtà la storia di una valle che rappresenta un mondo unico per peculiarità. Le sue faglie erose dall'acqua, le cascate, la valle e i fenomeni carsici, le grotte un tempo abitate da folletti. All'epoca ricoperta da boschi sacri, secondo alcuni, si trova qui il nucleo della Trieste preromana, non solo per la presenza dell'acquedotto, ma anche per i resti ritrovati a San Servolo o Socerb paesino della Slovenia abbarbicato su di una rupe carsica che guarda la valle. Col tempo però, nella valle, la verde boscaglia delle antiche foreste si è assottigliata, i pascoli hanno lasciato il posto all'industrializzazione e Val Rosandra e diventata la landa carsica che oggi tutti conosciamo.
Assieme al documentario, disponibile anche in lingua e inglese e slovena, della durata di mezz'ora, è abbinato un dvd (solo in italiano) con sette lezioni realizzate con docenti universitari massimi esperti in materia, per un approfondimento sulla conformazione geologica e geomorfologica della valle. Sulla presenza di anfibi, rettili e pipistrelli (che sono il simbolo della Val Rosandra) e delle svariate specie di fiori, piante e alberi, per concludersi con la parte relativa alla fauna e agli uccelli presenti tipici di questo ambiente naturale. (i.gh.)
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