Rsa di Servola al Sanatorio Ma il ritorno è un’incognita

Il trasloco degli anziani ospiti alla Casa Verde di Servola al Sanatorio Triestino di via Rossetti era nell’aria da quattro mesi almeno. È stato detto e fatto ieri in un pugno di ore. Ma ciò che a suo tempo si annunciava come un trasferimento definitivo, senza ritorno, adesso che è successo viene derubricato a provvisorio, “strumentale” rispetto a dei lavori di ristrutturazione da fare alla Casa Verde di cui la proprietà della stessa Casa Verde giura però di non saper nulla. Lecito dedurre - benché nessuno lo dica - che la vera natura di tale trasferimento, provvisorio come è oggi o definitivo come si diceva dovesse essere ieri, dipenderà anche da una sentenza del Consiglio di Stato di Roma. Al giudice amministrativo di secondo grado spetta il primo ottobre l’ultima parola tra chi il trasferimento non lo vuole, ovvero la proprietà della Casa Verde, e chi sì, ovvero la Cooperativa Universiis di Udine. È lo storico gestore in affitto della stessa casa di riposo di Servola che ha ceduto da marzo al Sanatorio Triestino il ramo d’azienda “Rsa Casa Verde” comprensivo dell’accreditamento in regime Rsa dei 38 posti letto assegnati al Distretto sanitario 3 e individuati fino a ieri a Servola. È la titolarità dell’accreditamento, il cui passaggio alla Universiis è contestato dalla proprietà della Casa Verde, il fulcro della causa.
Un groviglio giuridico, insomma. Meglio per intanto attenersi ai fatti. E i fatti dicono che ieri, sulla scia di un decreto appena timbrato dalla Direzione centrale Salute della Regione, è andato in scena il trasloco di oltre trenta ospiti della Casa Verde al Sanatorio, dove di recente è stata preparata un’ala nuova di zecca per accogliere e assistere gli anziani. Una specie di “colonna umanitaria” - fatta di almeno 15 andirivieni tra ambulanze e altri mezzi per il trasporto di ospiti, sedie a rotelle, farmaci e attrezzature medicali non di proprietà di Casa Verde Srl - ha riempito in mattinata le vie fra Servola e via Rossetti, tra le otto e mezzogiorno.
Tra posto di partenza e arrivo hanno sovrinteso le operazioni - come annunciato il giorno prima dal commissario straordinario dell’Azienda sanitaria Nicola Delli Quadri - la responsabile del Servizio infermieristico e la coordinatrice infermieristica del Servizio Tutela anziani del Distretto 3 Ofelia Altomare e Gabriella D’Ambrosi e la direttrice del Servizio infermieristico aziendale Aas1 Maila Nislej, in contatto con la direttrice sanitaria della stessa Aas1 Emanuela Fragiacomo. Con loro il direttore sanitario del Sanatorio Salvatore Guarneri, che a Servola ha avuto modo di incontrare Glauco Rigo, il proprietario della Casa Verde. Un incontro definito da entrambi cortese. «Prendo atto di ciò che è avvenuto», si è limitato a dichiarare Rigo, assistito dall’avvocato Gianni Zgagliardich: «Nessuno ci ha avvertito, ho appreso che il trasferimento sarebbe avvenuto stamattina (ieri, ndr) dal Piccolo e che questo sarebbe provvisorio e motivato da carenze in materia di sicurezza. Nessuno però mi ha detto quali siano queste carenze».
«Non entro - la precisazione di Guarneri - nelle questioni legali né sulla provvisorietà o meno. Noi riteniamo tuttavia che il Sanatorio sia molto funzionale ai fini assistenziali degli ospiti. Il nostro interesse è erogare loro il miglior servizio possibile». «I rapporti tra privati non mi riguardano e mi attengo alle disposizioni della Regione, che parlano di provvisorietà, il tempo di fare i lavori», taglia corto Delli Quadri. «È un fatto assolutamente tecnico e temporaneo», la chiosa dell’assessore regionale alla Salute Maria Grazia Telesca, cui nei mesi scorsi diversi ambienti della politica triestina avevano segnalato il “rischio” che il Distretto di Valmaura e dintorni restasse senza Rsa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo