Sabotaggio all’ospedale Covid di Zagabria: centralina spaccata e blackout in corsia

ZAGABRIA Non basta il record dei 42 morti a causa dell’epidemia di Covid-19 in 24 ore registrato ieri, non basta l’intasamento degli ospedali che non riescono più a “smaltire” i ricoveri per coronavirus, non basta la malasanità, adesso la Croazia deve subire anche il sabotaggio delle sue già tremebonde strutture sanitarie. Nella notte tra sabato e ieri, infatti, uno sconosciuto, o più sconosciuti - la polizia sta indagando - hanno spezzato il lucchetto del pannello di protezione del gruppo elettrico del secondo piano all’ospedale Dubrava di Zagabria e hanno sfasciato l’impianto. L’intero piano, dove operano i medici con i loro computer, nei quali inseriscono tutti i dati relativi ai pazienti ricoverati, è finito al buio, un black out che si è protratto per circa due ore e che ha mandato in tilt l’operatività dell’intero ospedale, mentre si sta ancora verificando se ci sono state “perdite” di dati nei pc che hanno subito l’improvviso lockdown.
La curva epidemiologica in Croazia resta stabile. Nelle ultime 24 ore i nuovi contagi sono stati 2.543 su 8.787 tamponi effettuati. Proprio come sabato anche ieri un tampone su 4 è risultato positivo. Tra questi anche il ministro dei Trasporti, delle infrastrutture e del mare Oleg Butković. I ricoveri per coronavirus sono 1.396 di cui 145 in terapia intensiva. Morti 42 come detto all’inizio.
Resta elevata anche la mortalità per Covid in Slovenia dove nelle ultime 24 ore sono decedute 23 persone. Qui il numero dei nuovi contagi ha toccato quota 889 su 3.918 tamponi eseguiti (in pratica la metà del giorno precedente). La percentuale dei positivi al test comunque resta alta ed è pari al 22,69%.
Visto il progressivo aumento dell’incidenza pandemica anche nei Paesi che confinano con la Slovenia, da oggi chiunque giunga da Austria, Ungheria, Croazia e Italia deve sottoporsi a quarantena oppure presentare al confine di Stato un tampone negativo effettuato entro le 48 ore precedenti l’espatrio. Dunque il governo di Lubiana, visto l’incremento dell’epidemia ovunque, ha annullato alcune eccezioni quali erano, ad esempio l’austriaca Carinzia e alcune parti della Croazia, Istria in primis, da dove si poteva entrare in Slovenia liberamente. Ma, attenzione, perché il governo sloveno, dopo che il suo premier Janša aveva inneggiato alla vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa a seggi ancora aperti, regala un’altra perla. Sì, perché in effetti ci sarebbe ancora una regione dei Paesi limitrofi proveniente dalla quale si può entrare liberamentein Slovenia. Senza quarantena, senza tamponi.
E qui i polsi iniziano a battare forte, sì dai, dai, sarà il Friuli Venezia Giulia, tutti a fare “benza” e a rimpinzarsi di “ciba”. Sì qualche contagio di troppo lo abbiamo anche noi, ma vuoi mettere l’economia transfrontaliera? Dai che è fatta, domeniche salve...
Nooooooo, la Calabria? Sì, la Calabria signore e signori provenienti dalla quale si può liberamente andare a mangiarsi una rinomata pasta crema sul lago di Bled. Ma, un attimo, la Calabria non è zona rossa in Italia? Sì. Quindi non si può uscire dalla regione? Assolutamente no. Niente lago di Bled?
Siamo in pieno teatro dell’assurdo. —
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