San Canzian, Malni parla del campo profughi di Wagna

SAN CANZIAN D’ISONZO. Alla vigilia del centenario dello scoppio del primo conflitto mondiale, il Monfalconese ricorda le vicende belliche che ebbero tra i suoi teatri principali le alture carsiche,...

SAN CANZIAN D’ISONZO. Alla vigilia del centenario dello scoppio del primo conflitto mondiale, il Monfalconese ricorda le vicende belliche che ebbero tra i suoi teatri principali le alture carsiche, ma anche quelle dei civili. Cioè delle migliaia di sudditi dell'impero residenti nel territorio del Basso isontino sfollati nei campi profughi appositamente realizzati nelle zone piu lontane dal conflitto. La sezione isontina della Societa friulana d’archeologia lo fa oggi alle 20 nel Centro civico “Primo Levi” di San Canzian d’Isonzo, con la conferenza intitolata “Per non dimenticare. Il campo profughi di Wagna 1915-1918”. A parlare delle vicende dei profughi del Monfalconese vittime della tragedia della prima guerra mondiale sarà Paolo Malni, autore del libro “Fuggiaschi”, edito dal Ccm nel 1998, nell’80° della conclusione del conflitto mondiale. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con l’Ecomuseo Territori del Ccm, oltre che con l’amministrazione e la Pro loco di San Canzian d’Isonzo. Con l'inizio delle ostilità con l’Italia, molta parte della popolazione residente sui confini, quindi i sudditi asburgici del Trentino, Friuli e Isontino, venne trasferita in campi situati all’interno dell’Austria, dove gli sfollati vissero in situazioni penose e da cui molti non fecero ritorno, stroncati da fame o malattie. Uno dei campi si trovava a Wagna ed era stato creato per ospitare 15mila profughi austriaci dalla Polonia a cui si aggiunsero altri 7-8mila da Friuli e Monfalconese. Sarà, questa, l’introduzione alla visita che la Sfa ha organizzato per il 15 settembre al campo di Wagna, al sito archeologico di Flavia Solva e a Maribor.(la.bl.)

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