San Dorligo, il pizzaiolo paga la Tarsu più della Siot

SAN DORLIGO DELLA VALLE. Un aumento della bolletta dei rifiuti pari al 400%. È la brutta sorpresa capitata in queste settimane al titolare di una piccola impresa di Bagnoli. Un errore? Forse no. Perché le bollette anomale sono fioccate a raffica. Tanto da mettere in agitazione gran parte degli operatori della zona artigianale di Dolina, molti dei quali hanno deciso di rivoltgersi ad un avvocato per tutelarsi legalmente. Alessandro Zattarin, vicentino di nascita, opera a San Dorligo dal giugno del 2008. Con fatica ha allestito un locale nella frazione di Bagnoli della Rosandra dedicandosi alla vendita di pizze al taglio. La superficie riservata al pubblico è pari a 8 metri quadri. Il resto è dedicato al magazzino e al reparto lavoro (forno, banco, cassa). Complessivamente quindi la "Sandro's Pizza" raggiunge i 40 mq. Zattarin ha ricevuto poche settimane fa la bolletta dei rifiuti (relativa ai conteggi del 2011). La cifra da versare? Esattamente 4mila 453 euro, ossia un incremento rispetto al 2010 di 3mila 653 euro, pari a oltre il 400%. «Non faccio servizio al tavolo, quindi produco pochi rifiuti, e poi lavoro cinque giorni su sette, non riesco a capire: qui i conti non tornano», spiega Zattarin.
Poco lontano dalla piccola pizzeria al taglio di Bagnoli troviamo lo stabilimento della Siot. La superficie dichiarata dall'azienda per il conteggio della bolletta dei rifiuti è di 7mila 329 mq, anche se la superficie reale che comprende i serbatoi è decisamente più ampia: 927mila 322 mq. Anche alla Siot è arrivata la bolletta dei rifiuti. La cifra richiesta? Esattamente 7mila e 20 euro. Addirittura inferiore rispetto agli 11mila 391 sborsati l'anno scorso. A conti fatti quindi la Società italiana per l'oleodotto transalpino, con oltre 927.300 mq di superficie, paga 2mila 567 euro in più rispetto al pizzaiolo di Bagnoli.
Interessante poi analizzare le cifre dell'altro colosso industriale presente nel territorio di San Dorligo della Valle: la Wärtsilä. La superficie reale dell'ex Grandi Motori è pari a 561mila 490 metri quadri. Quella "concordata" è invece di 61mila 15 mq. Anche qui la bolletta dei rifiuti ha subito un ribasso. Se l'anno scorso lo stabilimento aveva versato 39mila 720 euro, quest'anno la cifra ha toccato i 34mila 595 euro. Numeri elevati? Basta fare un paragone per rispondere. Al supermercato Maxì di Domio la bolletta si è attestata attorno ai 23mila euro... «Noi i rifiuti ce li autogestiamo, paghiamo la bolletta come previsto dalla legge ma non usufruiamo di alcun servizio effettivo», spiega il presidente di Wärtsilä Italia Sergio Razeto. Ma tra i tanti imprenditori del Comune che non possono autogestire i propri rifiuti il malcontento per le cifre da pagare è oramai dilagante. Più di qualcuno si è già recato in Municipio chiedendo spiegazioni. «Gli uffici ci hanno detto che i calcoli sono giusti», spiegano alcuni imprenditori coinvolti. La conferma arriva dal sindaco di San Dorligo, Fulvia Premolin: «Le bollette sono corrette, e ora stiamo verificando se sarà possibile fare un conguaglio nel caso in cui qualcuno abbia pagato di più. Nel nostro Comune - puntualizza il primo cittadino - si paga in basa al numero delle levate. Quello che posso quindi consigliare e di tenere il proprio bidone chiuso con il lucchetto e in un luogo sicuro, in modo tale che non vi siano spiacevoli sorprese». E per quanto riguarda i colossi industriali del territorio? «Wärtsilä e Siot pagano in base agli svuotamenti oltre che alla superficie dichiarata, ma loro hanno una particolare autogestione dei rifiuti, nota da anni».
Eppure gli aumenti rispetto alla bolletta dell'anno scorso sono comunque a dir poco eclatanti e hanno coinvolto solo le piccole realtà imprenditoriali. Vi sono strutture che hanno dovuto sborsare anche un + 600%. Sulla vicenda le aziende interessate si sono rivolte ad un avvocato. Anche perché pare che in alcuni casi le levate (e il conseguente svuotamento) dei bottini – metodo attraverso cui poi si arriva al saldo finale – siano state effettuate anche quando i proprietari erano in ferie o quando i bidoni con la spazzatura erano ermeticamente chiusi con il lucchetto. «In quel caso il Comune non ha responsabilità – conclude Premolin – ma l'eventuale errore è stato commesso dalla ditta esterna che si occupa delle effettive levate».
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