Sarà consacrata la cappella del Sacrario

FOGLIANO REDIPUGLIA. La cappella del Sacrario di Redipuglia non è mai stata consacrata, ma la prossima settimana la chiesetta posta in cima al monumento dedicato ai Caduti della Prima guerra...
Altran Redipuglia-chiesa sacrario chiusa
Altran Redipuglia-chiesa sacrario chiusa

FOGLIANO REDIPUGLIA. La cappella del Sacrario di Redipuglia non è mai stata consacrata, ma la prossima settimana la chiesetta posta in cima al monumento dedicato ai Caduti della Prima guerra mondiale riceverà il sacro crisma per mano dell’arcivescovo ordinario militare per l’Italia Santo Marcianò. A 76 anni dalla costruzione, l’altare e le pareti che custodiscono i resti mortali di oltre 60mila soldati senza nome verranno unti e, successivamente, la chiesa verrà intitolata alla Madonna regina della pace e ai santi patroni d’Italia Caterina da Siena e Francesco d’Assisi.

Alla solenne liturgia, in programma alle 11 di mercoledì 3 settembre, parteciperanno anche l’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli e il suo predecessore Dino De Antoni, oltre ai cappellani militari del Friuli Venezia Giulia.

«La consacrazione – precisa don Sigismondo Schiavone, rettore e custode del Sacrario – non ha nulla a che vedere con la visita di Papa Francesco». Il rito, inizialmente programmato per il 26 giugno, era stato rinviato prima ancora che il Pontefice annunciasse il suo viaggio a Redipuglia. «La chiesa - aggiunge il cappellano militare - ormai da tre anni ha una sua spiritualità specifica. Prima era considerata una cappella cimiteriale, oggi è un vero e proprio centro d’accoglienza dell’anima, un santuario mariano meta di pellegrini provenienti da tutta Italia e dai Paesi coinvolti nella Grande guerra. È stata completamente risistemata grazie al contributo della Banca Friuladria-Credit Agricole e di numerosi benefattori, che hanno sostenuto i lavori, eseguiti in gran parte dal personale della Brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli».

Quando il 13 settembre 1938 il Sacrario venne inaugurato da Mussolini, la cappella non fu consacrata, semplicemente perché non era ancora stata completata, e con lo scoppio della Seconda guerra mondiale la questione passò in secondo piano. Dopo la caduta del regime, gli arredi marcatamente fascisti vennero saccheggiati e nessuno pensò più alla consacrazione dell’altare, almeno fino ad oggi.

Stefano Bizzi

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