Savino batte Dipiazza per 57 voti a Trieste

TRIESTE. I numeri secchi nel Comune di Trieste dicono questo: Sandra Savino la forzista camberiana batte Roberto Dipiazza l’ex forzista ex camberiano per 57 voti, 4.893 contro 4.836. Ed è vero che guardando alla provincia il risultato si rovescia, grazie soprattutto all’effetto-Muggia dove l’ex sindaco si accaparra 553 preferenze contro le 236 dell’onorevole portando il totale a 5.642 contro 5.417. Il fatto è che leggendoli in vista della partita alla quale Dipiazza deve aver più volte fatto un pensiero, quella delle amministrative del 2016, e nell’obiettivo di una «ricostruzione del centrodestra» locale che lui stesso si è posto - accanto al ritrovato leader di Un’Altra Trieste Franco Bandelli che ha tentato di portargli in dote i suoi oltre tremila voti delle regionali 2013 - gli esiti di questa sfida triestina tutta interna al Pdl che fu sono chiari: l’ex sindaco oggi consigliere regionale non può pensare di guidare il gioco da solo. La partita per la leadership del centrodestra frantumato resta apertissima.
Certo, va sottolineato: è grazie all’ex sindaco capace di bissare il mandato in Municipio dopo cinque anni già passati a Muggia - lui che alle regionali 2013 totalizzò nel Comune 5.104 preferenze - se il Nuovo Centrodestra-Udc a Trieste balza al 7,84% (oltre l’11 a Muggia) divenendo il quarto partito e totalizzando il risultato migliore di tutta la regione, assai distante dal 2,6% di Pordenone e anche dal 4,5 o poco più marcato negli altri due capoluoghi. E certo Dipiazza l’ex forzista ha trascinato personalmente la massima parte dei 6.514 voti totalizzati dal giovanissimo Ncd-Udc in città. Un Ncd-Udc che peraltro prende la metà quasi esatta dei numeri di Forza Italia. Savino, alla prima “conta” della sua carriera politica («altri sono sempre stati nominati...», disse tempo fa Dipiazza), porta a casa nel Comune solo 4.893 preferenze sul totale di 12.429 voti andati ai forzisti. Ma intanto regge lo scontro fra camberiani e non.
Il confronto più atteso a Trieste si inserisce comunque in un risultato elettorale che anche in città - dove peraltro l’affluenza è stata più bassa che negli altri capoluoghi di provincia - vede arrivare il terremoto: vittoria debordante del Pd, tracollo di M5S, débacle di Forza Italia. Il Pd a trazione Renzi vola a cifre mai viste e totalizza il 38,92% (più del 36,2% del vecchio Pdl versione europee 2009) con oltre 32mila voti, quasi 4mila in più rispetto alle politiche 2013 e 8mila in più rispetto alle passate europee. Ed è vero che si ferma al di sotto degli altri capoluoghi della regione, visto che a Udine e Pordenone arriva al 47%. Ma comunque su questi livelli Isabella De Monte, senatrice e sindaco di Pontebba, conquista in città 4.780 preferenze sfiorando i risultati dei due triestini ex Pdl in campo e sopravanzando la stessa Savino a livello provinciale. E va poi sottolineato il risultato della lista Tsipras, che con un 5,95% totalizza numeri decisamenti migliori che nel resto della regione.
Anche Trieste conferma la discesa di M5S: capaci alle politiche dello scorso anno di imporsi con il 28,74% e oltre 33mila voti, i grillini scendono al 19,99% e dimezzano i voti a 16.594, anche se il tonfo risulta meno marcato che negli altri capoluoghi del Friuli Venezia Giulia. Il risultato di M5S, che si posiziona comunque quale secondo partito in città, sopravanza di gran lunga quello di Forza Italia, ridotta a uno spettro di quella che fu la corazzata Pdl capace nel 2009 di portare 34.787 voti. Sebbene a Trieste i forzisti riescano ad attestarsi su una percentuale lievemente superiore a quella (14,26%) del dato regionale, i numeri bloccano l’emorragia solo a quota 12.429, pari al 14,97%. Un tracollo che non si spiega certo soltanto con la diaspora. E se anche si volessero sommare i 6.514 voti di Ncd, il Centrodestra nato dalla Grande scissione, si arriverebbe comunque a quota 18.943, in calo rispetto ai 22.950 ottenuti dal Pdl alle politiche 2013. Altri tempi rispetto a quel 36%, dunque: a Trieste la somma dei voti ottenuti da Ncd, Fi, Fratelli d’Italia e pure Lega arriverebbe oggi a un 31,5% (che scende al 30,72% per il territorio provinciale). Cifra in cui è incluso appunto il piccolo balzo in avanti del Carroccio, che in città recupera terreno rispetto alle passate consultazioni (2,99% alle politiche 2013). Ed è incluso anche il risultato di Fratelli d’Italia, che qui arriva al 3,89%: meno di quanto fatto a Pordenone, dove Alessandro Ciriani fa sfiorare il 7% alla lista, ma più che a Gorizia e Udine, grazie anche alla candidatura dell’ex missino Sergio Giacomelli.
Gli altri partiti, infine, in città si prendono le briciole: Verdi a quota 1,43%, Svp allo 0,90%, Italia dei valori allo 0,44%. Mentre Scelta europea piomba a quota 0,65%.
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