Scappati via da tempo Rigutti, Smolars, Masè

Il Giulia è stato il primo centro commerciale aperto a Trieste. Ha dato il via ad un nuovo modo di concepire il commercio, di fare acquisti. Ha abituato per primo i i triestini a poter fare acquisti a tutte le ore del giorno e anche durante le festività. Circa 15.200 metri quadrati che negli anni non hanno retto alla concorrenza. Una concorrenza che si fa sentire, inevitabilmente, anche con gli altri centri commerciali di Trieste, e che di fronte anche all'apertura di Tiare, sta perdendo ulteriore terreno. Quando aveva aperto, Il Giulia ospitava negozi dai marchi storici di Trieste come Smolars o Rigutti o Masè. Nomi che negli anni hanno colto le difficoltà del centro e hanno preferito lasciare la struttura.
Nel vicino Friuli e oltre confine, i centri commerciali, i monomarca e gli a outlet sono spuntati come funghi. Uno dopo l'altro hanno rosicchiato clienti a Trieste. Il Giulia, nella sfida con le realtà fuori provincia, è partito comunque svantaggiato. Perché comunque è una struttura più vecchia delle altre, più piccola e ormai con pochi marchi d'attrazione. La mancanza di Mc Donald's si è fatta sentire. E chi visita le tre proposte più importanti, Pam, Euronics e Sportler, spesso fa toccata e fuga. Senza poi fare un giro nel resto della struttura che ormai offre veramente poco.
Nel tempo Il Giulia si è trasformato in un centro rionale, una sorta di dépendance di San Giovanni. Ma anche questo ruolo sta venendo meno.
«Un tempo qui si riusciva a comperare tutto quello che serviva - valuta Serena De Giacomini - una residente che abitualmente frequenta la struttura - ma anno dopo anni ha perso appeal e anche venirci a fare un giro è desolante. Forse dovrebbero abbassare molto gli affitti, accogliere nuovi marchi e rilanciarlo. Così non ha speranze». Nessun commento del direttore del Centro, Glavina, ieri irreperibile al cellulare.
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