Sciopero a singhiozzo alla “Mipot” di Cormons

Ieri i lavoratori hanno incrociato le braccia per due ore. Menon (Cgil): «L’azienda ha tolto unilateralmente i contratti integrativi con ripercussioni sugli stipendi»
Di Francesco Fain

CORMONS. Sciopero alla Mipot spa di Cormòns, azienda che si occupa di elettronica industriale e professionale. Ieri mattina, i lavoratori hanno incrociato le braccia per due ore complessivamente, rendendosi protagonisti di un’astensione al lavoro “a singhiozzo”. Il nodo del contendere? A spiegarlo è Livio Menon della Fiom-Cgil che si sta occupando della questione. «L’azienda, dall’aprile scorso, ha tolto in maniera del tutto unilaterale tutti i contratti integrativi. Cosa significa in termini più concreti? Che tutti i dipendenti si sono visti alleggerire lo stipendio mensile di una cifra variabile che va dagli ottanta ai centocinquanta euro. Una decisione inaccettabile e che danneggia non poco chi presta la sua opera nell’azienda cormonese». Una decisione che, comprensibilmente, non è stata presa bene nè dai lavoratori nè dai sindacati. Ed è così che ieri mattina c’è stato questo primo sciopero di due ore: un’astensione al lavoro che lancia un segnale importante di contrarietà all’azione unilaterale (le forze sociali lo ripetono) da parte dell’azienda. Come si è svolto lo sciopero? A singhiozzo. In pratica, l’astensione è stata di un quarto d’ora per ogni ora. Quali sono state le spiegazioni dei vertici della Mipot? «Le solite - taglia corto Menon -. Hanno tirato in ballo la crisi e i bilanci che sarebbero in difficoltà. Eppure, mi risulta che l’azienda abbia bisogno di ricorrere agli straordinari e ha siglato diversi contratti interinali per garantire la produzione. Abbiamo già affrontato quest’argomento con i vertici aziendali e continueremo a portare avanti questa vertenza con la giusta determinazione. L’azienda cormonese produce elettronica industriale. Qualche esempio? Ad esempio, realizza componentistica per i cancelli elettrici e vanta anche commesse da parte dell’Esercito italiano».

Riportiamo alcuni concetti espressi sul sito internet aziendale: «Mipot spa - si legge sul web - è una società attiva nel settore dell’elettronica dal 1973, un fornitore affidabile negli anni. Dagli anni ottanta Mipot spa. progetta, produce e vende moduli Rf nelle bande Ism e da allora ha commercializzato più di 20 milioni di moduli Rf in diversi segmenti di mercato dall’industriale al consumer sia in Italia che all’estero. Oggi Mipot offre una gamma completa di moduli Rf sviluppati in conformità con le normative tecniche e di legge applicabili nei diversi mercati di riferimento. Dagli anni 90 Mipot spa offre anche servizi di Ems e Odm di alta qualità. Con il suo staff tecnico esperto e motivato supporta i propri clienti in tutte le fasi dello sviluppo del loro prodotto».

Nel frattempo, a Gorizia, è ripresa la produzione alla Siap (gruppo Carraro). Lo stabilimento chiuderà entro il 31 dicembre prossimo e, secondo l’accordo raggiunto, i lavoratori potranno optare per continuare a lavorare nelle fabbriche di Maniago e Campodarsego (Padova) oppure potranno ricorrere agli ammortizzatori sociali. «Stiamo cercando un atterraggio il più morbido possibile», aggiunge Menon. Nei giorni scorsi, il vicepresidente della Regione Bolzonello aveva dichiarato: «Annotiamo positivamente il fatto che nell'accordo è stata dunque inserita la rinnovata presa di posizione dell'azienda per accompagnare la ricerca, una volta portate a chiusura le attuali attività di produzione, di eventuali accordi con nuovi imprenditori interessati al sito industriale goriziano».

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