Metalmeccanici senza contratto: sciopero di 8 ore il 20 di giugno
Scendono in piazza Fim, Fiom, la Uilm ma anche il sindacato di base Usb. A Monfalcone rischio blocco le attività della Fincantieri, Nidec, Sbe e altre piccole aziende

«Federmeccanica-Assistal continuano ad avere un atteggiamento irresponsabile e stanno dimostrando di non voler riaprire la trattativa per il contratto collettivo nazionale di lavoro, nonostante sia passato ormai quasi un anno dalla scadenza. Il rinnovo è la risposta fondamentale per dare stabilità e rilanciare il sistema industriale del Paese, ma anche per aumentare il salario, il potere d'acquisto dei lavoratori, per migliorare le condizioni di lavoro e i diritti». È rottura completa tra sindacati dei metalmeccanici e Federmeccanica, e dunque è confermato lo sciopero del 20 giugno spiegano Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil.
Un blocco totale, che coinvolge anche L’Usb (Unione sindacale di base) che ha proclamato l’astensione nello stesso giorno, il 20 giugno. E per Monfalcone dove operano realtà come Fincantieri, ma anche Nidec, Sbe e altre realtà dell’indotto si preannuncia una giornata di paralisi completa con picchetti, manifestazioni e forse qualche corteo. Otto ore di sciopero precedute da tutta una serie di agitazioni con blocco di straordinari e assemblee in preparazione del 20 giugno.
Fim, Fiom e Uilm fanno sapere inoltre che lo sciopero è esteso, in assenza di convocazione del tavolo negoziale, anche alle piccole e medie aziende associate a Unionmeccanica-Confapi. I sindacati metalmeccanici ritengono «necessario riprendere le trattative senza pregiudiziali a partire dalla piattaforma sindacale che si basa sugli elementi salariali e normativi del contratto nazionale del 2021».
Chiesto un aumento di 280 euro lordi sui minimi, superiore all’inflazione prevista, per tutelare il potere di acquisto,una riduzione dell’orario di lavoro per favorire l’occupazione e migliorare la qualità della vita, contrasto alla precarietà e maggiore stabilizzazione dei rapporti di lavoro, infine maggiori tutele su salute e sicurezza soprattutto negli appalti e nei contesti più a rischio. Federmeccanica e Unionmeccanica hanno proposto una contro-piattaforma con un aumento del flexible benefit fino a 400 euro, una tantum di 700 euro per le aziende prive di contrattazione integrativa. E nessun aumento fisso dei minimi, ma adeguamenti indicizzati all’inflazione.
Infine una rendita per la non autosufficienza come nuova forma di tutela sociale. Le aziende, che dicono di essere alle prese con una produzione in calo del 4,2% nel 2024 e un mercato europeo in recessione (-5,6%), giudicano le richieste sindacali «economicamente insostenibili». «Non accetteremo un contratto truffa – contesta l’Usb – dopo anni di perdita del potere d’acquisto con i salari reali più bassi d’Europa e l’inflazione che ha eroso stipendi e condizioni di vita. È ora di cambiare rotta. Il rinnovo del contratto deve garantire aumenti certi, riduzione dell’orario e potere reale dei lavoratori».
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