Scivola sulla neve e precipita nel burrone

Stefano Beltrame, 47 anni, di Colugna (una frazione di Tavagnacco) ma ormai triestino a tutti gli effetti, è stato trovato senza vita ieri mattina dagli uomini del Soccorso alpino sui roccaforti del monte Plauris, in territorio del Comune di Venzone.
Beltrame, dipendente dell’università di Trieste e consigliere comunale del Pd dal 2011, si era recato domenica sui monti della Pedemontana assieme a un amico di Gemona del Friuli per un’escursione verso il Plauris. Nella serata di domenica, non vendendolo rientrare a casa a Trieste, i familiari, dopo averlo cercato con più telefonate al suo cellulare, hanno chiamato il compagno di escursione, Loris Gubiani, di Gemona. Purtroppo Beltrame non si era intrattenuto con l’amico: si erano salutati verso metà giornata prima di raggiungere la vetta in quanto, per impegni assunti in precedenza, Gubiani era dovuto tornare a valle. Beltrame, nonostante si fosse trovato in “solitaria”, ha voluto proseguire verso la vetta della montagna.
E così, dopo aver ricevuto la chiamata della famiglia dell’amico scomparso, il compagno di escursione di Beltrame si è recato ai piedi dell’impervia parete nord della montagna, dove avevano lasciato le automobili durante la mattina prima di iniziare la salita verso il Plauris, e proprio qui ha ritrovato la vettura del consigliere comunale triestino. Ritenendo che potesse essergli capitato qualcosa in quel tratto di montagna, l’uomo ha immediatamente richiesto l’intervento tanto del Soccorso alpino che del 118.
Le ricerche sono iniziate immediatamente: sul posto sono arrivati gli uomini del Soccorso alpino dei volontari della Protezione civile di Gemona, le squadre di soccorso in montagna dei carabinieri di Tolmezzo e della guardia di finanza di Sella Nevea e di Tolmezzo (che hanno pure inviato le unità cinofile), oltre ai vigili del fuoco di Udine. Ricerche che hanno interessato, sino a domenica (a notte inoltrata), i vari sentieri che Beltrame avrebbe potuto intraprendere dopo che si era accomiatato dall’amico di escursione, ma purtroppo non hanno portato ad alcun risultato utile. Quindi sono state riprese ieri mattina. E purtroppo, verso le 9 di mattina, alcuni soccorritori hanno intravisto i segni di una scivolata lungo un sentiero, e ancora più a valle il corpo senza vita dello sfortunato escursionista, parzialmente nascosto dalla vegetazione in fondo a un canalone.
In sintesi i due amici, lasciata l’auto a Portis, hanno preso il sentiero che porta sul Plauris passando al bivacco Coi, quindi hanno proseguito verso il rifugio Ongarina da dove hanno iniziato a salire attraverso la dorsale per salire in cima. Giunti a Forcella Slips, hanno continuato fuori sentiero in una zona impervia e con tante insidie per l’inconsistenza del terreno, anche se con difficoltà alpinistiche da superare del solo secondo grado, ma stando agli esperti il percorso intrapreso non avrebbe portato in cima ma solo sulla cresta della montagna. Alle 12.45 circa, mentre Loris Gubiani decideva di ridiscendere non avendo più tempo a disposizione per proseguire l’escursione, l’escursionista triestino proseguiva la marcia, un tratto difficile di circa 15 metri. Beltrame ha anche rassicurato l’amico dicendo dall’alto: «Ora il percorso diviene più accessibile e posso andare in cima». Purtroppo non sarà così. Beltrame, evidentemente, è salito sul terreno friabile e con ancora presenza di lingue di neve e a un certo punto ha perso un appiglio o è scivolato sull’insidioso terreno ed è caduto per circa 120 metri, perdendo la vita in conseguenza ai gravi traumi e ferite riportate nei ripetuti e violenti impatti con le rocce. Forse, quando è caduto avrà lanciato un urlo o non ne ha nemmeno avuto il tempo, fatto sta che l’amico che discendeva non si è accorto di nulla, ma è probabile che l’incidente sia accaduto qualche tempo, mezz’ora o forse qualche ora dopo che i due amici si erano salutati. Comunque il luogo dell’incidente si trova non distante da dove i due amici il giorno precedente si erano accomiatati.
Beltrame, conosciuto come una persona esperta nonché appassionata di montagna, deve aver perso l’equilibrio in una zona scoscesa a tratti ancora coperta da neve: un primo scivolone di una trentina di metri, poi la caduta senza appigli lungo il canalone irto di massi e salti su rocce per un centinaio di metri. La salma, issata a bordo di un elicottero mediante l’uso del verricello, è stata composta nella camera mortuaria di Venzone in attesa del nulla osta per i funerali.
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