Scontro dentro il Pd sulla segretaria Pino Rossetti contro Russo

L’ex europarlamentare attacca: «Il “cosacco” parla di giovani ma voleva candidare uno più vecchio di un anno di Adele»
Di Fabio Dorigo
Lasorte Trieste 24/05/10 - Marittima, Dialoghi Europei, Rossetti
Lasorte Trieste 24/05/10 - Marittima, Dialoghi Europei, Rossetti

Giovani vecchi e vecchi giovani. Cosacchi e residuati comunisti. Bersaniani e cuperliani. Lettiani e cattorenziani. Capicorrente e capibastone. Traghettatori e chiocce. Il Partito democratico di Trieste si risveglia con una segreteria rosa. Non succedeva dai tempi di Perla Lusa con il Pds (anni ’90). Ma il risveglio non è stato per niente roseo. Il traghettamento del partito al referendum e poi al congresso non pare facile. La resa dei conti è solo rinviata. Adele Pino, ex assessore provinciale al Lavoro e sindacalista della Uil, ha preso il posto del dimissionario Nerio Nesladek dopo la sconfitta elettorale votata da una assemblea provinciale dimezzata (33 votanti su 78) alla terza convocazione nel mese di luglio.

Una segreteria che si annuncia fin d’ora tutto meno che unitaria. «La mia non è un’autocandidatura. Sono stati i giovani a chiedermi di dare una mano» ripete Pino. Ma sul suo nome, proposto dai bersaniani di stretta osservanza (Roberto Treu, Tarcisio Barbo e Giorgio Rossetti) in accordo con i cattorenziani di Ettore Rosato (che hanno messo in salvo la segreteria regionale di Antonella Grim), si è già accesso un duro scontro interno. «Adele, che è stata nominata “traghettatrice o chioccia” ha lei stessa dichiarato che sceglierà il suo gruppo al di fuori delle logiche di corrente. Ad Adele ha dato pieno appoggio anche un gruppo di giovani» spiega Gaia Tamaro. «Sappiamo tutti che alle riunioni di capi corrente in cui è stata decisa la candidatura di Adele non hanno partecipato i giovani ma sempre i soliti noti che continuano a voler fare e disfare» replica il senatore dem Francesco Russo che per primo ha contestato le modalità di scelta del segretario a tempo. «Il cosacco (Russo, ndr) ha voluto sfidare “el coso” (Roberto Cosolini, ndr) e mi pare che non gli sia andata troppo bene. In politica non vale la proprietà transitiva, ma se con “el coso” abbiamo perso per 4mila voti, col cosacco non credo che avremmo fatto meglio» attacca l’ex europarlamentare comunista Giorgio Rossetti che critica il finto giovanilismo “russo”. «Se c’è uno che nella riunione si è comportato da capo corrente è stato proprio il senatore (uscente) dem, pronto a soprassedere a tutto, anche alla verifica del numero legale, purché si accettasse la sua proposta per la segreteria: che non era quella di un giovane ma di una persona coetanea, anzi più vecchia di un anno di Adele Pino». Franco Codega, proposto da Russo, ringrazia. «Caro Giorgio, tu che tra le righe dai del “vecchio” a Francesco Russo, ricordati che quando noi andavamo ancora all’asilo tu eri già segretario del Pci» replica l’ex capogruppo comunale Marco Toncelli con un passato nel Fronte della gioventù. Il senatore dem non ha problemi a fare i nomi: « In assemblea ho proposto di dare il Pd in mano ai giovani con un “allenatore”, più che un segretario, a coordinarli. Ho fatto due nomi: Franco Codega e Silvano Magnelli. Due pontieri che avrebbero traghettato una segreteria di under 40 fino al congresso per poi lasciare interamente la gestione del partito a loro. Invece si è fatta una scelta diversa. Il cambiamento vero fa paura». Deluso anche il renziano in disarmo Aureo Muzzi: «Adele Pino è la nuova segretaria del Pd, candidata da altri. Di nuovo nulla. Nessun cambio di rotta. È la vittoria dei vecchi». E c’è di peggio. «Se questa è la reazione alla sconfitta alle amministrative vuol dire che siamo messi molto male. Anzi morti. Ha vinto il gerontocomio» commenta Roberto Degrassi. «Dispiace davvero che la sonora batosta elettorale non abbia insegnato nulla» aggiunge Emanuele Mura. Ma c’è anche qualcuno che plaude alla nomina di Adele Pino come il coordinamento donne del Pd. Questione di genere. «Una donna come Adele, con la sua capacità ma anche con il valore aggiunto della sua sensibilità...» scrive Luciana Boschin. «Un fatto nuovo e positivo per quel partito» assicura Alessandro Perelli a nome dei socialisti liberali che ricorda “le radici azioniste e repubblicane di Adele”. Perfette per la Resistenza post referendum.

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