Scontro tra comitato Dolci e comunità ebraica

No alla solidarietà ai palestinesi e parte il “presidio” della targa sulle leggi razziali in piazza Unità
Di Luca Saviano
Lasorte Trieste 29/11/16 - Piazza Unità, a sin.Comunità Ebraica, a destra Comitato Danilo Dolci,
Lasorte Trieste 29/11/16 - Piazza Unità, a sin.Comunità Ebraica, a destra Comitato Danilo Dolci,

Non c’è pace attorno alla targa che in piazza Unità ricorda la proclamazione delle leggi razziali da parte di Benito Mussolini. Dopo le polemiche dello scorso settembre, scaturite in seguito al rifiuto del Comune di Trieste di concedere la piazza per ricordare questa tragica ricorrenza, nel pomeriggio di ieri si è riaccesa la contesa sopra il metro quadrato di selciato che ospita l’epigrafe. Due mesi fa la diatriba si era risolta con una brusca marcia indietro da parte dell’amministrazione comunale. Il comitato Danilo Dolci si era così potuto ritrovare nello stesso luogo dove settantotto anni fa è stata scritta una delle più tristi pagine di storia del Novecento.

È andata diversamente ieri, quando lo stesso comitato che promuove la pace, la convivenza e la solidarietà si è trovato a dover dividere lo spazio davanti alla fontana dei Quattro continenti con una ventina di persone appartenenti alla comunità ebraica di Trieste, contrarie alla scelta del comitato di testimoniare la propria vicinanza al popolo palestinese accanto a un luogo simbolo delle atrocità della Shoah. «Vorremmo che questo luogo che rappresenta la barbarie razzista si elevasse a simbolo di nuovi impegni affinché Trieste diventi sempre più una città-laboratorio di pace tra i popoli». È con questo incipit che il comitato Danilo Dolci ha convocato in piazza i cittadini in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. Inattesa è stata la risposta della comunità ebraica cittadina, che si è simbolicamente posizionata a protezione della targa. «Consideriamo la decisione del comitato di esprimere solidarietà alla Palestina davanti alla targa che ricorda ciò che il popolo ebraico ha subìto - spiega il presidente della comunità Alessandro Salonichio - una scelta provocatoria e inaccettabile. Abbiamo già riscontrato come in passato certe posizioni si siano rivelate ostili allo Stato di Israele. Noi tutti auspichiamo il riconoscimento di due Stati per due popoli, ma questo deve avvenire nel reciproco rispetto delle proprie sensibilità». Getta acqua sul fuoco delle polemiche, invece, Luciano Ferluga, presidente del comitato che ha sede in via Valdirivo. «La presenza di queste persone è stata composta e rispettosa. Speriamo di costruire in futuro maggiori occasioni di collaborazione con una comunità importante come quella ebraica».

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