Scoppia la lite sulle prostitute “ripudiate” da tre italiani

SPALATO. La presentazione è avvenuta su un'imbarcazione, previo accordo sul prezzo da pagare, ammontante a 500 euro per ogni ragazza. I tre clienti italiani, due avvocati e un medico, hanno però...

SPALATO. La presentazione è avvenuta su un'imbarcazione, previo accordo sul prezzo da pagare, ammontante a 500 euro per ogni ragazza. I tre clienti italiani, due avvocati e un medico, hanno però storto la bocca nel vedere le tre romene, intorno ai 20 anni, dicendo ai due dalmati che le avevano "reclutate" a Vienna che le giovani non rispondevano ai loro criteri estetici, diciamo così, e che dunque la tariffa doveva essere decurtata. Apriti cielo. Bernard J, 46 anni di Okrug Gornji e Zoran P, 45 anni, di Slatina, hanno cominciato a litigare con il terzetto italiano (la polizia spalatina non ha fornito alcun dato sulla loro identità), di età compresa tra i 50 e i 60 anni. Nulla da fare perché i dalmati non volevano sentirne di calare il prezzo, mentre per gli italiani i 500 euro costituivano un costo esagerato. Le tre romene, dopo avere assistito al bisticcio, hanno deciso di abbandonare la barca noleggiata per il festino a luci rosse e ormeggiata in uno dei porticcioli dell'isoletta di Bua (‹iovo in croato), situata nella Regione spalatino-dalmata.

Hanno fatto l'autostop, recandosi al commissariato di polizia di Traù, inseguite dai loro "accompagnatori" che pretendevano il rimborso delle spese sostenute lungo l'asse Vienna-Bua. Agli agenti hanno raccontato tutto per filo e segno, con i poliziotti che hanno provveduto a fermare i due dalmati e i tre italiani. Questi ultimi hanno confessato subito, anche per non incappare in guai maggiori e per poter lasciare subito la Croazia. La storiella si era consumata nell'estate 2011, con il Tribunale regionale di Spalato che in prima istanza aveva condannato per prostituzione internazionale il citato Bernard a 1 anno di reclusione, con la condizionale di 3 anni e Zoran a 9 mesi, con la condizionale di 2 anni. A causa di vizi procedurali, il verdetto è stato cassato dalla Corte suprema croata, con l'udienza preliminare tenutasi mercoledì scorso. La prima udienza pubblica è in calendario a fine marzo. Non è dato sapere in questo momento se i tre italiani saranno processati a Spalato oppure in patria. I media dalmati li hanno definiti "gente spilorcia".

(a.m.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo