Scuola internazionale, 50 anni di crescita

Quando aprì i battenti, nell’ormai lontano 1964, per volontà del Centro Internazionale di Fisica Teorica, lo fece quasi in sordina, con una sola classe di 24 studenti: l’idea era quella di offrire ai tanti ricercatori provenienti da tutto il mondo che operavano all’Ictp un ambiente internazionale dove far studiare i propri figli.
Oggi, in un mondo sempre più globalizzato, sono 333 i bambini e ragazzi di 33 nazionalità diverse che studiano all’International School of Trieste. Ed è proprio insieme ai suoi studenti grandi e piccoli, dai 2 ai 19 anni, e alle loro famiglie che l’Ist ha voluto festeggiare ieri, in un affollatissimo Teatro Verdi, il suo primo mezzo secolo di vita. L’ha fatto con un evento moderato dal giornalista Umberto Bosazzi e aperto da un video, rigorosamente in lingua inglese, a cura di emme&emme di Massimo Cetin, che ha ripercorso, attraverso le immagini e le testimonianze di docenti e alunni, la storia cinquantenaria di questa istituzione, che oltre al Centro di Fisica conta tra i fondatori anche l’Associazione Italo-Americana e, dal 2005, l’Area Science Park.
Oltre al passato ha raccontato anche il presente dell’Ist, con canti, spettacoli, una rappresentazione teatrale - “Back to the Jungle” diretta da Andrea Andolina - e un cortometraggio messi in scena dai suoi studenti, dai bimbi che frequentano l’asilo ai ragazzi del liceo. Perché, ha sottolineato il presidente Roberto Morelli, se quella dell’International School è una storia di successo, il merito è soprattutto dei suoi studenti: «È stato lo stimolo dei nostri ragazzi e bambini a farci capire la strada da percorrere: sono state le loro lacrime nel lasciare la scuola media a farci comprendere che avremmo dovuto aprire un liceo e i loro successi al liceo a guidarci nel creare un legame con le più importanti università internazionali».
Così i 40 diplomati liceali all’Ist degli ultimi quattro anni oggi studiano in 22 atenei diversi, da Trieste a Milano, da Londra a Parigi, da Oxford alla Florida. Il numero d’iscrizioni all’International School è in costante aumento, quest’anno ha registrato un incoraggiante +13,3% rispetto allo scorso anno scolastico, e la presenza del 73% di alunni italiani conferma come l’istruzione in lingua inglese sia molto richiesta.
«Se Trieste è una città con una vocazione internazionale – ha rimarcato il sindaco Roberto Cosolini – è grazie agli enti di alta formazione e di ricerca che ospita. Oggi a Trieste, grazie all’International School, si può iniziare un percorso formativo in lingua inglese fin dall’asilo e concluderlo con la laurea». «In questi mesi per portare avanti il piano di internazionalizzazione dell’Università – ha commentato il rettore Maurizio Fermeglia, che ha scelto l’Ist per far studiare sua figlia – sono stato in Giappone, in Iran e in Arabia Saudita. Se in questi luoghi Trieste è nota come città internazionale, aperta e multietnica, lo dobbiamo a enti scientifici come l’Ictp e a scuole come l’Ist».
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