Se n’è andato Giuseppe, fu il primo Carabiniere a entrare a Trieste nel ’54

Il centauro dell'Arma è scomparso alla vigilia del 66° anniversario. Aveva sposato una triestina e ha trascorso il resto della sua vita nella Venezia Giulia
Il carabiniere Spreafico e la donna che gli porse i fiori in un particolare della celebre foto del '54
Il carabiniere Spreafico e la donna che gli porse i fiori in un particolare della celebre foto del '54

TRIESTE Il signor Giuseppe Spreafico aveva un sogno semplice. Rivedere la donna che gli porse un mazzo di fiori in quel lontano 26 ottobre del 1956. Il giorno in cui, sotto il rombo della sua Guzzi 500 Superalce, fu il primo carabiniere a fare ingresso nella Trieste tornata all’Italia.

Quel desiderio si è spento insieme a lui lo scorso 25 ottobre, proprio alla vigilia del 66esimo anniversario di una giornata marchiata con l’inchiostro sui libri di storia.

«Era un’anima buona a cui si era intrecciata la storia d’Italia», racconta Paola Cucchiara, figlia del signor Antonino, il carabiniere che aveva condiviso con Giuseppe la quotidianità nella caserma di via Hermet, proprio nel 1954. «Tra loro due c’era un’amicizia bellissima, dopo quell’anno non si sono più separati. Ridevano del loro legame, perché mio padre era siciliano, Giuseppe lombardo. All’epoca era forte il pregiudizio che fosse impossibile un’amicizia tra nordici e meridionali. Invece Giuseppe era diventato un prezioso amico di famiglia per noi tutti. In lui vedevo il prosieguo di mio padre, che è scomparso molti anni fa. Ma in lui vedevo anche la storia triestina che veniva a compimento».

Nelle cene e nei pranzi in compagnia, Spreafico, classe 1929, ha continuato per anni a tramandare il ricordo di quella giornata, attraverso impressioni e parole così vivide da sembrare indifferenti al passaggio del tempo.

«Diceva sempre che non si sarebbe mai scordato l’atmosfera di festa di quelle ore, né la gratitudine di chi gli andò incontro. E, in fondo, anche lui ha maturato una sorta di riconoscenza verso Trieste, la città che lo ha accolto giovanissimo».

Al punto che è proprio qui che Giuseppe ha costruito la sua vita, sposando una donna triestina da cui ha avuto una figlia. Al punto che è proprio qui che se n’è andato, per motivi legati all’età ormai avanzata, meno di una settimana fa.

Resta la sua storia, condensata nel celebre scatto appeso alle pareti della caserma dei carabinieri di via dell’Istria: «A distanza di decenni Spreafico si doleva ancora di non essere mai riuscito ad identificare la donna che gli consegnò quel mazzo, confessando, emozionato, che avrebbe voluto restituire il nobile gesto - scrivono in una nota i suoi colleghi dell’Arma -. Negli anni successivi aveva prestato servizio alle stazioni Carabinieri di Rozzol e Basovizza, congedandosi dall’Arma nel 1979 con il grado di Appuntato. —


 

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