“Sei di...”, la storia si riscrive su Facebook

Sei di Gorizia, sei di Monfalcone, sei di Cormons, sei di Staranzano o sei di un qualsiasi altro luogo del mondo se...? Se hai fatto o vissuto qualcosa di tipico di quel posto. Il giochino sta impazzando sulla rete. L’idea è semplice quanto geniale e per quanto ogni gruppo nato su Facebook possa essere grande o piccolo, in breve tempo diventa un interessante trattato di storia locale scritto dalla gente che l’ha vissuta in prima persona decidendo di condividerne la memoria in modo divertente. Amarcord, per citare Federico Fellini. Sul più famoso dei social network, gruppi ad hoc fioriscono ovunque e hanno successo anche nell’Isontino. Ieri pomeriggio alle 16 quello dedicato a Gorizia contava 1.426 membri, quello dedicato a Monfalcone 1.075, quello dedicato a Cormons 720 e quello dedicato a Staranzano 141. Questi, come quelli degli altri comuni, sono tutti inevitabilmente destinati a crescere. C’è da scommettere che il fenomeno, come una marea, poco alla volta monterà e coprirà ogni paese e ogni città. In molti rivendicano la paternità del primo gruppo, ma la verità è che stabilire l’origine è ininfluente e non è neppure così importante. L’importante è partecipare e l’uso del dialetto - o pseudo dialetto, in molti casi - è benvenuto, se non addirittura richiesto per rafforzare lo spirito d’appartenenza. Ce n’è per tutte le età e per tutti i gusti. C’è chi ricorda i tempi d’oro della pallacanestro goriziana in serie A e cita la Splugen e chi tira fuori l’amichevole di calcio giocata nel luglio del 1991 tra il Monfalcone e il Real Madrid, con un “tale” Arrigo Sacchi in tribuna a guardare.
Tra i tanti omaggi, a Gorizia c’è quello di Davide Furlan a Berto Pinello, storico custode del campo di atletica di Campagnuzza (“che tegniva il Fabretto come Versailles”); a Monfalcone quello di Stefano Harland nei confronti di Aldino Petraz, considerato il sir Alex Fergusson della Fincantieri calcio. Ma gli esempi e i nomi potrebbero continuare. Gorizia fa spesso i conti con le storie di confine, mentre a Monfalcone il cantiere resta spesso sullo sfondo, ma c’è. Qualche esempio? “Sei di Gorizia se... Se te fasevi code chilometriche per andar in Yugo a far benza e cior la stecca de MS per tuo papà, mostrar la prepusniza al confin, prima a quel della milizia e poi a quel della dogana e rider quando i te vardava tai occi e con l'indice te mostrava la scritta ‘Carina’”. “Sei di Monfalcone se...alle otto de mattina te senti le sirene de Fincantieri in funzione!!!!!” o “se te ga visto i operai a Pansan a l'ora de pranso sentai pertera che i magnava el panin impinindo tute le vie... e mi che tornavo de scola non podevo gnanche pasar ... questi iera proprio altri tempi”. Ciò che traspare in tutti i messaggi è tanto orgoglio, un orgoglio per le proprie origini che spesso viene messo in secondo piano, ma che in realtà è vivo e vegeto ovunque. Tra chi propone di ritrovarsi in piazza per una festa a tema c’è chi semplicemente, come Lucio Bernot, assicura: “Mi son de Gorizia, senza se e senza ma…”. Orgoglio, appunto.
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