Sel trova casa in via Martiri della Libertà
In principio era il Pci, il più grande partito comunista dell'Europa occidentale. Lasciata la prima sede triestina, quella nella Casa del lavoratore portuale, il partito si era spostato nel 1956 nei locali storici di via Capitolina. I soldi per costruire quella nuova sede arrivarono da tutto il mondo, grazie a una sottoscrizione internazionale sostenuta da Vittorio Vidali. Una sede imponente con due entrate - l'altra era in via Madonnina dove le pareti erano state affrescate da Sabino Coloni - e grandi sale che venivano usate anche dalle associazioni cittadine. Ma il patrimonio immobiliare del Partito comunista era fatto anche di tante Case del popolo, fondate mattone su mattone dalle mani degli iscritti, così da creare quelle che Gramsci chiamava le “casematte” per conquistare posizioni nella società civile.
La struttura del partito comincia però a implodere con la svolta della Bolognina. Il 12 novembre 1989 Achille Occhetto annuncia l'inizio della fine del Pci, che verrà sciolto ufficialmente il 3 febbraio 1991 per dar vita da una parte al Pds e dall'altra a Rifondazione comunista. E così inizia, almeno a Trieste dove gli oppositori di Occhetto sono forti, anche la “spartizione” delle sedi tra i due nuovi soggetti politici. I “rifondatori” riescono a contrattare e ottenere una suddivisione dei beni. Restano a Rifondazione la Casa del popolo di Borgo San Sergio e quella di Sottolongera; e una quota in contanti con la quale viene acquistata la sede di via Tarabochia. Il Pds invece mette in vendita la sede storica di via Capitolina che viene ceduta ai testimoni di Geova: mai utilizzata, finirà abbattuta. Oggi sulle sue “ceneri” sono sorti dei condomini.
Di scissione in scissione si arriva al 1998, quando da una costola di Rifondazione nascono i Comunisti italiani. Un terzo della sede di via Tarabochia va a loro assieme alla Casa del popolo di Borgo San Sergio. Dieci anni dopo la corrente legata a Nichi Vendola esce da Rifondazione per dar vita a Sinistra e libertà. È l'unico dei partiti della sinistra italiana che, anche a Trieste, resta senza un soldo e una sede. La prima viene aperta un anno fa a Muggia, l'altra è stata inaugurata l’altra sera in via Martiri della libertà. Così ha festeggiato il suo anno e mezzo Sinistra ecologia e libertà (se la sua nascita vogliamo farla partire dal primo congresso del ottobre del 2010). «Andammo via senza soldi e senza una sede», spiega Giulio Lauri, coordinatore regionale di Sel: «Ora ne abbiamo aperte due grazie al contributo volontario dei consiglieri che destinano il 40% del loro gettone di presenza al movimento». Una sede che servirà a rafforzare la presenza sul territorio, perché - racconta ancora Lauri - «Sel è nata con l'ambizione di costruire un nuovo centrosinistra, libertario, attento all'ambiente e ai beni pubblici. Con l'ambizione di governare, non vogliamo più stare alla finestra per criticare, perché la sinistra può vincere e restituire dignità alla parola politica, al di là dell'urlo e dell'invettiva».
Ivana Gherbaz
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