"Serbi da eliminare. E gli italiani d'Istria sono fascisti": consigliera destituita dopo le dichiarazioni choc

Protagonista Ivona Milinović, esponente di punta della sezione fiumana dell’Hdz, partito di centrodestra al governo in Croazia, nonché presidente della Commissione comunale per le minoranze nazionali

FIUME. I serbi vanno appesi ai salici piangenti, gli italiani di Fiume e dell’Istria sono tutti fascisti, le proteste ai danni delle donne violentate sono organizzate da femministe che non hanno voglia di lavorare e sfruttano simili appuntamenti per promuovere valori di dubbia portata. A fare queste dichiarazioni – spalmate nel corso degli ultimi mesi – è stata Ivona Milinović, esponente di punta della sezione fiumana dell’Hdz, partito di centrodestra al governo in Croazia, nonché presidente della Commissione comunale per le minoranze nazionali. . Milinovic, com’era scontato in una città dove restano saldi i concetti della convivenza e della multiculturalità, è stata infine rimossa dall’incarico di presidente della commissione stessa: a farlo è stato proprio il Consiglio municipale fiumano, da sempre – ossia da quando la Croazia ha ottenuto l’indipendenza – guidato dal centrosinistra. Il parlamentino comunale ha deciso di voltare le spalle alla consigliera che presiede una commissione votata ad adoperarsi a favore delle comunità nazionali minoritarie. La decisione di destituire Milinović dall’incarico è stata presa con venti voti a favore, sei contrari (quelli degli esponenti di Hdz e di Most) e due astenuti (i consiglieri di Azione giovani).

Il presidente della commissione cittadina per le elezioni e le nomine, Walter Volk, è stato chiaro in proposito: «Quella pronunciata da Milinović in una recente intervista tv, secondo cui gli appartenenti all’etnia serba dovrebbero venire impiccati ai salici in alcuni villaggi della Dalmazia, dove costituiscono il 35–40 per cento della popolazione, è una frase gravissima, un incitamento all’odio. Sono affermazioni che non si possono tollerare». Ma non sono state le uniche, ha aggiunto Volk: «Già un anno fa avevamo messo in guardia l’Hdz per la dichiarazione di Milinović secondo cui la minoranza italiana ha simpatie dichiaratamente fasciste; poi abbiamo assistito al suo intervento sulle organizzatrici della manifestazione pacifica di protesta contro le violenze sessuali ai danni delle donne e delle bambini. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

Durante la seduta del Consiglio Milinović ha tentato di difendersi affermando che la sua frase sui serbi da appendere ai salici era stata estrapolata dal contesto dell’intervista. Le hanno creduto in pochi. I consiglieri dell’Hdz si sono espressi contro la rimozione ma pochi giorni prima avevano preso le distanze dalla dichiarazione choc di Milinović sui serbi. La socialdemocratica Sandra Krpan, presidente della Commissione municipale per le pari opportunità, non ha avuto dubbi: «Negli ultimi tempi è diventato normale in Croazia parlare bene degli ustascia, dello Stato indipendente croato di Ante Pavelić e dei nazifascisti. Dobbiamo opporci a questo fenomeno, e Milinović si fa segnalare per frasi che inneggiano allo sciovinismo».

All’esponente Hdz, criticata anche dai vertici del partito, è stato chiesto di rassegnare le dimissioni da membro del Consiglio municipale, ma Milinović si è rifiutata di farlo. –

A. M.

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