Serpelloni: «Chi semina cannabis raccoglie eroina»

«Chi semina cannabis raccoglie eroina». Un messaggio lapidario, disegnato tra monito e slogan, quello (ri)formulato ieri dal medico Giovanni Serpelloni, già a capo del Dipartimento delle politiche...
Di Francesco Cardella
Giovanni Serpelloni, Capo Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a San Patrignano (Rimini) durante la giornata dedicata al tema della 'Emozione e informazione' ai WeFree Days in programma nella comunita' Riminese, 06 ottobre 2012. ANSA / Ufficio stampa San Patrignano +++ NO SALES +++ EDITORIAL USE ONLY +++
Giovanni Serpelloni, Capo Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a San Patrignano (Rimini) durante la giornata dedicata al tema della 'Emozione e informazione' ai WeFree Days in programma nella comunita' Riminese, 06 ottobre 2012. ANSA / Ufficio stampa San Patrignano +++ NO SALES +++ EDITORIAL USE ONLY +++

«Chi semina cannabis raccoglie eroina». Un messaggio lapidario, disegnato tra monito e slogan, quello (ri)formulato ieri dal medico Giovanni Serpelloni, già a capo del Dipartimento delle politiche antidroga e rappresentante del Governo italiano presso le Nazioni Unite e la Commissione Europea, ospite del terzo e ultimo appuntamento di "Incontri con l'Autore", il ciclo a cura della Cattedra di San Giusto e del Club della Repubblica ospitato nella sala "Piccola Fenice" del Circolo Fincantieri Wärtsilä. Focus sul tema della droga quindi, spunto dipanato attraverso i contenuti essenziali del testo "Libertà dalla droga - Diritto, scienza e sociologia" (ed. Sugarco) scritto a sei mani dallo stesso Serpelloni assieme al giurista Alfredo Mantovano e a Massimo Introvigne, sociologo. Tre analisi, un problema, soluzioni che accarezzano i canali dell'etica, dell'educazione e delle riforme legislative. Si può partire tuttavia da un dato positivo: «Nell'arco degli ultimi cinque anni sono calati i consumi e i decessi per overdose di eroina, cocaina e anfetamine - ha premesso Giovanni Serpelloni - se prima i decessi, parlo nel 2000, erano registrati attorno ad un migliaio all'anno, ora siamo sui trecento. Dato positivo, è vero - ha aggiunto - ma a cui dobbiamo abbinare l'altro aspetto emergente che ci preoccupa, ovvero l'uso e la promozione del cannabis, promozione che avviene soprattutto su internet, lo strumento dei giovani».

Cannabis da demonizzare dunque? Qui il dibattito scientifico, osteggiato in parte anche da singolari forme di marketing (vedi la coltivazione "fai da te" e il presunto uso curativo) sembra ancora aperto ma per Giovanni Serpelloni bisogna partire da una distinzione fondamentale: «Sono un medico, non ho preclusioni di sorta - ha aggiunto il relatore - ma se andiamo a vedere cosa viene venduto e reclamizzato in rete non ha nulla a che vedere con i farmaci. Dobbiamo interrogarci seriamente se una politica di sanità pubblica possa accettare realmente la fruibilità, e parlo, diciamo, per uso "ricreativo"». «E inoltre bisogna considerare che la cannabis eventualmente prescritta in campo medico non è terapeutica - ha sottolineato Serpelloni - cura i sintomi, non la malattia e comunque viene trattata diversamente e non si presenta come quella procurata dagli spacciatori. Io ribadisco ancora che nel complesso "chi semina Cannabis raccoglie eroina", sono stato molto attaccato per questo ma ne sono sempre convinto».

Il libro pone l'accento sui percorsi legislativi, affronta i parametri del recupero ("I tossicodipendenti non vanno incarcerati"), delinea la questione anche con il respiro sociologico e della integrità umana, cercando di aggirare con questo la candida retorica dei luoghi comuni, di quella targata «la droga fa male».

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