Serpente “saettone” avvistato sulla ciclabile in zona San Giuseppe



Se ne stava rilassato a riscaldarsi sotto il sole, al centro del sentiero, dopo la pioggia della sera precedente. All’arrivo dell’essere umano, infastidito, è sgusciato rapidamente nella boscaglia. Si tratta di un bell’esemplare di còlubro di Esculapio (Zamenis longissimus) detto anche “saettone”. È un serpente non velenoso e particolarmente utile per l’uomo, in quanto lo difende cibandosi di zecche, topi, uccelli moribondi e parassiti. Deve il suo nome ad Esculapio, dio greco della medicina, rappresentato con un bastone sul quale è intrecciato un serpente, il colubro appunto, simbolo della forza vitale che guarisce i mali. Un’immagine che ancora oggi simboleggia la medicina, tanto da apparire stilizzato sulle insegne di qualche farmacia.

Un tempo particolarmente comune sul Carso triestino, negli ultimi tempi la sua presenza si è fatta più scarsa a causa dei tanti predatori presenti sul nostro territorio. L’esemplare avvistato ieri sulla pista ciclabile nei pressi di San Giuseppe della Chiusa (il cui filmato è disponibile sul sito de Il Piccolo) presenta la particolarità di possedere una coda mozzata, tanto da farla sembrare tronca. «Il colubro è un serpente protetto e utile – ricorda Nicola Bressi, direttore dei musei scientifici del Comune di Trieste – perché ci difende soprattutto dalle zecche. Presente sul Carso, ma non più comunissimo, motivo per il quale ora è protetto, a causa dei tanti gatti domestici che ne uccidono i piccoli per giocare, dei cinghiali e anche delle tante persone che, incontrandolo mentre passeggiano, l’uccidono a bastonate».—



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