Servizi funebri, il Comune di Trieste rimborserà due imprese

Più di 13 anni di carte bollate e udienze nei tribunali amministrativi. Una lunga partita tra due imprese funebri e il Comune di Trieste con la sconfitta di quest’ultimo. Il risultato finale è rappresentato dal quasi mezzo milione di euro dei contribuenti triestini che l’ente dovrà adesso sborsare.
La data d’inizio del contenzioso è l’8 maggio del 2000 quando il Consiglio comunale approva una delibera (Giunta Illy) che affida in monopolio ad AcegasAps i servizi cimiteriali, trasporto e onoranze funebri. Come avveniva in molti altri Comuni. Su questa questione la normativa nazionale allora non era chiara. A impugnare la delibera, perché la ritenevano illegittima, l’Impresa primaria Zimolo e l’Impresa trasporti funebri Itf. Le due aziende avviavano così il ricorso, prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, sottolineando che i servizi cimiteriali dovevano essere affidati alla libera concorrenza e che, pertanto, il monopolio era un abuso. Nella prima sentenza, quella del Tribunale amministrativo regionale, il Comune ha trovato accolte le sue controindicazioni: i giudici avevano sentenziato che l’affidamento del servizi in monopolio all’Acegas era legittimo.
Il Consiglio di Stato, a cui le due imprese si erano rivolte dopo la bocciatura del Tar, ha dato torto al Comune. E con sentenza del 7 novembre 2006 ha stabilito che il monopolio invece era illegittimo.
Il Consiglio comunale, il giorno prima della sentenza, forse avendo sentore che stava girando male, aveva approvato una delibera (giunta Dipiazza) che “apriva” ai servizi cimiteriali l’intervento dei privati. In definitiva l’Impresa primaria Zimolo e l’Itf vedevano finalmente accolto il loro ricorso e lasciato al libero mercato il trasporto e le onoranze funebri. Dopo sei anni. Fine del primo tempo.
Il secondo tempo invece si è presentato più complesso, non più difficile: c’erano da quantificare eventuali danni finanziari che la delibera del 2000 aveva causato alle due imprese. Una prima trattativa, molto breve, tra le parti non ha portato ad alcun risultato. Anche perché le cifre che chiedevano la Zimolo (850mila euro) e l’Itf (350 mila) erano considerate dal Comune improponibili: un milione e 200mila complessivi. Le due imprese funebri giustificavano le richieste con i danni che il monopolio aveva loro arrecato tra maggio 2000 e novembre 2006. Le cifre, sostenevano Zimolo e Itf, non erano buttate lì a caso, ma erano il risultato di una somma di compensi persi nei sei anni.
Un ulteriore ricorso ai giudici amministrativi, a questo punto, è diventato d’obbligo. Il Tar, come già successo nel 2001, ha dato torto alle due agenzie. Non avevano diritto ad alcun risarcimento perché, era scritto nella motivazione, «non hanno dimostrato l’effettivo danno subito e la sua entità, lo hanno fatto soltanto per i danni derivanti dal lamentato monopolio nel settore dei trasporti pubblici».
Nei mesi scorsi il Consiglio di Stato ha ancora una volta ribaltato la sentenza del Tar ritenendo che le due agenzie abbiano il diritto a un risarcimento: in pratica ha riconosciuto che nei sei anni di monopolio hanno subito danni rilevanti, ma non così pesanti come loro ritenevano. Il Consiglio di Stato ha così limato notevolmente il conto. Alla Impresa primaria Zimolo il Comune corrisponderà esattamente 349.525,59 euro, all’Ipf 118.260,82. Tutti felici e contenti? Forse sì. Se il Comune da una parte si è vista diminuita di molto la cifra richiesta all’inizio, dall’altra sono sempre soldi pubblici che ora deve sborsare da tirare fuori da un fondo apposito.
Fra venerdì scorso e oggi in Seconda commissione l’ultimo atto prima del passaggio in Consiglio comunale, sulla delibera di giunta relativa appunto al “debito fuori bilancio” con il riconoscimento della cifra alle due agenzie “derivante dalla sentenza esecutiva del Consiglio di Stato numero 2269/2013 e 2270/2013”. Alla Zimolo e all’Itf non resta altro che passare all’incasso.
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