Servizio cure palliative A Trieste un solo medico a fronte di 550 pazienti

Una sola dottoressa per 550 pazienti, con quasi 1.900 visite domiciliari all’anno. Sono i numeri del servizio delle cure palliative dell’AsuiTs. Un servizio che si fa carico come noto dell’assistenza a persone alle prese con patologie gravissime (nella maggioranza dei casi malati oncologici), e che appare però pesantemente sottodimensionato rispetto a quanto previsto dalle coordinate operative. Secondo le indicazioni emanate dalla Regione, infatti, sul territorio triestino dovrebbero operare quattro medici “palliativisti”, uno per Distretto, coadiuvati da infermiere, psicologo, dietista, professionista della riabilitazione e in base alle necessità assistente sociale, operatore di supporto e volontari. Invece, come detto, tutto il lavoro ricade sulle spalle di un unico medico, la dottoressa Maria Bartolini, chiamata ad assicurare anche le cure domiciliari, con una media di 5 interventi al giorno.
Va detto che il servizio a Trieste non è mai stato strutturata in modo adeguato e il primo documento che fa seguito alla riforma sanitaria del 2014 - che ha come obiettivo quello di spostare le cure sul territorio - è stata la delibera 165 della giunta regionale del 5 febbraio 2016 che, anche sulla base dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ha come scopo principale quello di creare una rete con un’equipe per ciascun distretto. Quello delle cure palliative è l’ultimo gradino di un percorso molto complesso che può derivare da una malattia oncologica, circa 2/3 dei pazienti, oppure da altre patologie croniche. Oltre all’assistenza domiciliare, esistono poi gli Hospice (per l’AsuiTs i posti sono 20 alla Pineta del Carso), e i medici di medicina generale, che possono garantire però l’assistenza ambulatoriale. Per la presa in carico da parte dell’unità delle cure palliative è necessaria la valutazione da parte di un medico, che decide poi insieme al medico di base, al paziente e ai familiari il percorso più idoneo.
«Oggi il servizio è del tutto insufficiente - attacca Fabio Pototschnig, segretario provinciale Fials -,perché per coprire tutto il territorio c’è un solo medico operativo 24 ore al giorno, con un operatore sanitario ed un infermiere, peraltro part-time. È improponibile mantenere un servizio così com’è, bisogna potenziarlo e l’auspicio è che venga fatto il prima possibile».
Il tema è stato anche portato all’attenzione della Regione. Andrea Ussai, consigliere del Movimento 5 stelle ha presentato infatti ben tre interrogazioni sulle carenze di organico delle Cure palliative di Trieste. «È un tema estremamente delicato visto che parliamo di pazienti in condizioni gravissime, molti anche in fase terminale, che meritano la massima attenzione. La dottoressa che oggi li segue sta facendo un lavoro encomiabile, non può però essere da sola. Anche la situazione delle liste di attesa è particolarmente critica con persone che restano fuori o addirittura vengono a mancare prima di poter essere valutati. Io auspico che entro la fine del 2018 siano istituite le 4 equipe distrettuali previste dalla delibera regionale. Inoltre - conclude - servirà creare a Trieste la rete di Cure Palliative specialistiche, aderendo quanto più possibile alle indicazioni della Società Italiana di Cure Palliative». —
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