Sessant’anni fa alla Trieste-Opicina l’exploit di Ada, “amazzone del volante”

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Dalle acque del Golfo alle curve delle strade che portano al Carso; dalle virate del timone alle sterzate del volante, in tutti i casi il brivido della velocità e l’emozione della gara: se con l’imminente regata Trieste sta per festeggiare i 50 anni della Barcolana, un altro anniversario “tondo”, appena trascorso, aveva visto la città teatro di exploit sportivo di portata, in prospettiva, storica e che fece un clamore nazionale, 60 anni fa, in un mondo che pure doveva ancora vedere la Tv dominare e spettacolarizzare lo sport e la vita in genere.

Il 5 ottobre 1958 Ada Pace con la sua Alfa Romeo Giulietta Sv berlinetta Zagato con il numero 118 vinse la corsa Trieste-Opicina spiazzando qualsiasi pronostico e creando qualche imbarazzo all’organizzazione, ancora disabituata alla sola idea che una donna potesse vincere una gara importante come questa.

La torinese salì sul gradino più alto del podio percorrendo gli 8,850 km del percorso in 5’03’’6 alla media di 104,941 km l’ora: una prestazione di livello assoluto in una competizione che allora aveva la stessa popolarità di un Gran premio di Formula 1 e che la città di San Giusto, non solo gli appassionati, in un’epoca di distrazioni e show molto meno numerosi di oggi, attendeva tutto l’anno. Ancora adesso, percorrendo via Fabio Severo, dopo il tratto più cittadino e forse più affascinante del tracciato, superata la curva degli Sposi l’appassionato inizia a “sentire” la curva Masè e a “vederla” com’era allora. Poi via via altri punti focali: la curva dell’Università, la doppia San Cilino, la Faccanoni, la doppia esse di Conconello e quella dell’Obelisco, tutte molto tecniche. A unirle, una serie di tratti più rettilinei dove i motori venivano portati ai massimi giri. La fama della velocissima gara rivive nei giorni nostri con la Trieste-Opicina Historic, di regolarità per vetture storiche organizzata con competenza ed entusiasmo dal Club dei 20 all’Ora, andava e tuttora va ben oltre i confini nazionali. Sono ancora molti a parlarne oggi come se il tempo non fosse passato e l’ultima edizione si fosse svolta solo pochi anni fa. La realtà, ben diversa, narra invece di un’ultima edizione datata 1971 e vinta, con la complicità di una forte pioggia caduta dopo il suo passaggio che limitò le prestazioni di auto molto più potenti della sua Porsche 911, dal pilota triestino Alessandro Moncini. La pioggia favorì anche l’“amazzone dei motori” nella 10.ma edizione della Trieste-Opicina, che era stata una donna, Ada Pace appunto. Conosciuta con lo pseudonimo di Sayonara, nata a Torino nel ’24 e morta nel 2016, era in qualche modo abituata al podio e allo scompiglio che in quegli anni ciò comportava: dal forte imbarazzo in famiglia degli inizi, ai piloti che si rifiutavano di salire su di un gradino inferiore a quello di una donna nelle premiazioni, come alla Coppa d’Oro Aci a Modena.

Fra i suoi successi anche la Torino-Sanremo nel 1951, i campionati italiani ’53, ’54 e ’56 di Vespa e moto ma anche il rally di Sestriere, la 12 ore di Monza e la Targa Florio categoria 1.100 nel 1960, sei campionati nazionali di velocità in categoria Gran Turismo (1957-1962), cinque in categoria Sport (1958-1962). Nell’edizione successiva della “Monza in salita”, come veniva definita la Trieste-Opicina, quella del ’59, Ada Pace colse un buon 8.o posto assoluto, a meno di 20 secondi dal vincitore, il suo fidanzato di allora, il veronese Giulio Cabianca. —



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