Sessant’anni fa il palazzo Zipser cambiò i connotati al turismo gradese

La storia turistica di Grado passa in buona parte attraverso le importanti strutture ricettive di un tempo delle quali ancora oggi c’è qualche, seppur raro, ricordo. Ciò perché a inizio secolo scorso nell’isola furono i più quotati progettisti dell’epoca a imprimere il loro stile che in buona parte proveniva da quel fenomeno conosciuto come Secessione Viennese.
Uno dei più chiari esempi fu il Fortino, progettato dell’architetto viennese Julius Mayreder, di proprietà della famiglia di Emma e Josef Auchentaller (la tomba dei due coniugi si trova al camposanto di Valle Le Cove). Proprio Josef Auchentaller lo decorò artisticamente sulle facciate esterne.
Un albergo, il Fortino, che come quasi tutti gli altri dell’epoca sono diventati dei condomini.
Fra questi lo Zipser che venne realizzato nel 1913.
Inizialmente si chiamava “Haus Dr Zipser in Grado” ma poco dopo gli venne cambiato il nome in “Grand Hotel des Bains Dr. Zipser”.
A progettare il primo edificio fu un importante architetto, Friedrich Ofhmann che allora era anche il direttore generale delle opere pubbliche del Comune di Vienna e che operava e collaborava in stretto contatto con un gruppo di altri professionisti e soprattutto degli artisti della Secessione viennese.
In un piccolo dépliant stampato dalle grafiche Edit. Libr. Di Trieste nel 1930 con indicato che l’hotel si trovava a “Grado – sull’Adriatico – Provincia di Trieste”, è precisato innanzitutto che si tratta di un albergo di prima categoria e poi all’interno – e da questo di ben capisce da dove arrivava parte della clientela – che le camere e pensioni possono “essere fissate direttamente presso il rappresentante dell’Azienda Autonoma di Cura di Grado Signor Luigi Tarlao, Milano, Passaggio Duomo n. 2” oppure presso la direzione dell’albergo.
Uno splendido edificio che solamente una cinquantina di anni dopo venne totalmente trasformato soprattutto strutturalmente ma anche come destinazione d’uso.
Gli Zipser lo gestirono ancora per diversi anni prima di passarlo nelle mani di E. Mazzolini (direttore e proprietario è specificato sul retro di una cartolina degli anni Cinquanta).
In seguito la struttura diventò di proprietà di Dino Bruseschi che affidò a un famoso architetto friulano, Marcello D’Olivo, la progettazione di un nuovo edificio con una nuova destinazione d’uso.
Lo Zipser può, dunque, essere considerato il primo esempio della trasformazione delle storiche e gloriose strutture alberghiere gradesi in condominio.
D’Olivo è un progettista della nuova scuola, un architetto contemporaneo, che presenta un progetto a dire poco rivoluzionario per l’epoca.
Esattamente sessant’anni fa, iniziò la grande trasformazione in quel grande edificio che ancora svetta dinnanzi alla passeggiata a mare.
Il condominio Zipser è stato realizzato tra il 1960 e il 1964. E non è mai stato completato. Il progetto dell’architetto Marcello D’Olivo prevedeva, infatti, il prolungamento di una grande terrazza che si spingeva fino al mare per diversi metri. Non si conoscono esattamente i motivi ma potrebbero essere stati di due ordini sommati uno con l’altro: il costo non indifferente dell’opera e le varie autorizzazioni.
Fermi restando gli alberghi storici di un tempo con le Ville Bianchi (per la maggior parte con destinazione ricettiva) e la Villa Reale (unico ancora interamente con destinazione ricettiva) o anche la più piccola Villa Liberty, a essere oggi considerati di pregio come architettura moderna ci sono altre tre strutture. —
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