Sfratti aumentati del 60% in un solo anno

L’allarme di Silvia Paoletti (Acli): «I nuclei familiari si sfaldano e sono in crescita i nuovi single in cerca di un tetto. Il sindaco convochi un tavolo urgentemente». Sono 150 le famiglie che si trovano nell’urgenza di dover individuare una nuova abitazione
Centocinquanta persone con lo sfratto esecutivo fra le mani. Con un aumento del 60% in poco più di un anno.

Continua ad essere pressante il problema della tensione abitativa in città. Le famiglie sono sempre più in difficoltà nel sostenere le cifre decretate dal libero mercato. Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dai sindacati degli inquilini sarebbero 150 i nuclei familiari che, attualmente soltanto a Gorizia, avrebbero questo enorme problema cui far fronte. Si tratta di sfratti per finita locazione, per provvedimenti di sloggio da parte di enti pubblici o per rilascio dell’appartamento del richiedente a seguito di separazione. Oltre venti casi riguardano donne sole, abbandonate dai propri mariti, con figli a carico e con introiti limitatissimi. Un problema enorme «mascherato» molte volte dalla grande dignità delle persone coinvolte che tendono a nascondere le difficoltà.


L’ALLARME.
A lanciare il sasso è Silvia Paoletti , vicepresidente del Circolo Margotti Acli di Gorizia e delegato regionale della stessa associazione. Più volte ha affrontato la piaga degli sfratti. Praticamente a cadenza settimanale si presentano, davanti al negozio che gestisce con il marito, donne che non sanno cosa fare e dove rivolgersi per trovare un tetto. «Posso assolutamente confermare che il numero degli sfratti è aumentato - dichiara -. Perché? Ma perchè manca il lavoro e una famiglia non può far fronte ad affitti che, sinceramente, in molti casi sono troppo elevati in città. Credo sia giunto il momento - propone Silvia Paoletti - di effettuare un incontro con tutti i soggetti interessati a vario titolo al problema. Per questo chiederò al Comune di farsi promotore di una riunione in tempi brevi».


I SINGLE.
Al problema principale se ne aggiungono altri. «Stiamo assistendo a Gorizia all’esplosione di ’nuovi’ single: mi riferisco a quelle persone che hanno divorziato e che si ritrovano nella necessità di trovare un tetto. Bisogna assolutamente creare una rete fra associazioni, Comuni, Ater e consigli circoscrizionali perché non è possibile che ci siano situazioni simili in una città piccola e civile come Gorizia - aggiunge la Paoletti -. Ci sono tante famiglie sgretolate e a pagarne le conseguenze è la parte più debole: le donne. Anche se la famiglia con a capo la madre ha già una casa in affitto (o deve sostenere un mutuo) il cui costo minimo è di 300 euro mensili è praticamente impossibile con un salario di 800 euro con tanto di assegni familiari far fronte a tutte le spese delle casa. Ecco che allora la donna è costretta a chiedere un alloggio all’Ater ma qui vengono i nodi al pettine: l’ex Iacp non ha a disposizione appartamenti per questa categoria di utente».


LA RIFORMA.
La lingua batte dove il dente duole. E Silvia Paoletti torna a lanciare la sua proposta di creare delle nuove «corsie» per l’accesso delle case popolari. «Le case popolari non possono essere messe a disposizione soltanto degli extracomunitari - dichiara -. Va creata una corsia preferenziale anche per le donne sole. Il 33% degli alloggi popolari potrebbe essere riservato alle famiglie goriziane, il 33% agli extracomunitari, la restante percentuale alle donne sole. Ci sono casi di goriziani che hanno fatto richiesta di una casa all’Ater e che da anni attendono di traslocare anche dai cosiddetti alloggi-parcheggio: famiglie che evidentemente non hanno la capacità finanziaria di accendere un mutuo per l’acquisto della casa. Ecco perchè ribadisco il concetto, bisognerebbe costruire dei programmi ad hoc per tutti».
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