Sgominata la gang dello spaccio Nove pusher finiti sotto inchiesta

Eroina, hashish e anche cocaina. Hanno gestito il mercato dello spaccio a Trieste. Nei guai sono finiti nove pusher, tutti individuati dagli investigatori della polizia locale riguardo i quali il pm Maddalena Chergia ha chiuso le indagini durate poco meno di un anno e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio.
Due sono in carcere. Si tratta di Gianni Cucumazzo, 36 anni e Federico Buttò, 22 anni. Il primo era stato bloccato a bordo di un taxi dagli investigatori della squadra di pg della municipale. Che lo avevano discretamente seguito fino a quando era salito su un taxi con alcune dosi di droga per farsi accompagnare, a quanto pare, a casa degli acquirenti. A quel punto gli uomini della polizia locale erano intervenuti e lo avevano bloccato trovandogli in tasca all’incirca trenta grammi di eroina. Inevitabile l'arresto. A Gianni Cucumazzo vengono contestati anche una decina di episodi. Andava ad acquistare la droga in Slovenia e poi la rivendeva a Trieste.
Il secondo nome è quello di Federico Butto, noto alle cronache cittadine per aver rapinato nell’agosto di due anni fa farmacia di Altura armato di un coltello. Le indagini hanno rivelato come aveva introdotto a Trieste eroina probabilmente recuperata in Slovenia.
Gli altri sono Mustafa Mofamed Abubaker, 23 anni, nigerinano, il cui nome è finito qualche tempo fa alla ribalta della cronaca, sempre per una vicenda di droga. Era stato condannato a due anni e otto mesi per aver ceduto droga in cambio di sesso a una minorenne. «Non hai i soldi, allora pagami in natura», aveva detto. Attualmente è in carcere a Bolzano, ma non per questa indagine.
Tra gli indagati compaiono i nomi di Federico Sain, 20 anni; Davis Desmond, 26 anni; Kevin Rinaldis 30 anni; Giulia Boschin, 19 anni e Gianfranco Brescia, 26 anni. E poi quello di Natale Cucumazzo, 66 anni, il padre di Gianni. Era stato fermato con il figlio di ritorno dalla Slovenia, aveva cercato maldestramente di disfarsi di 35 grammi di eroina appena acquistata. Aveva anche tentato di cancellare le prove del reato anche durante la perquisizione nel suo appartamento lanciando dalla finestra un panetto di hashish.
Nutrita la schiera dei difensori: Cristina Maria Birolla, Enrico Miscia, Paola Bosari, Giovanni Loisi, Elena Bertosa, Davide Benvegnù e Andrea Diroma. L’organizzazione che spacciava le sostanze stupefacenti - in particolare hashish e marijuana - aveva dei punti di ritrovo abituali fra centro e zone periferiche: l’inizio di viale XX Settembre, il Centro commerciale Le Torri d’Europa in via Svevo, Borgo San Sergio e le aree verdi di San Giusto, viale Miramare e del rione di Ponziana.
L’indagine si è sviluppata parallelamente a una riguardante lo spaccio tra i minori: nel novembre di due anni fa durante un servizio di prevenzione e controllo del territorio, un 17enne era stato denunciato perché sorpreso in via Muratti con addosso 55 dosi di hashish: proprio mentre ne stava cedendo una a una ragazzina era stato bloccato dagli agenti. Era stato l’episodio che dal quale è stata innescata l’inchiesta. Un lavoro minuzioso che ha consentito agli inquirenti di identificare tutti gli attori del giro, distinguendoli tra venditori e clienti (tanti giovanissimi, alcuni anche di 14 anni), e di mappare i luoghi in cui avveniva lo spaccio. Pedinamenti, telecamere, intercettazioni ambientali varie in pochi mesi hanno consentito di scoperchiare una rete di spaccio molto robusta - con altri “depositi” in alcune auto. Gli uomini della polizia municipale hanno scoperto dei veri e propri «minimarket» della droga: erano stati trovati bilancini di precisione, strumenti da taglio e tutto il necessario per confezionare le dosi di polvere bianca. Alla fine è arrivato il conto. Che si preannuncia salato.(c.b.)
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