Sgonico, la via naturalistica “Gemina” si allunga

SGONICO. Il percorso Gemina allunga il passo fino a Sgonico e Monrupino. Via libera al terzo lotto. La giunta comunale di Sgonico ha approvato “lo schema di convenzione” con la Provincia di Trieste per la progettazione esecutiva e la realizzazione del terzo lotto del percorso naturalistico Gemina che rientra nel progetto “Itinerari nel Carso rurale”. I contributi previsti nella convenzione superano i 300mila euro mentre ammontano a 40mila euro i fondi assegnati dalla Fondazione CrTrieste per la realizzazione dell’ulteriore tratto del percorso Gemina da Sgonico a Fernetti. Arrivano invece dal programma di sviluppo montano 2007 e dal piano straordinario 2008 gli altri 264 mila euro destinati a interventi nel settore forestale.
«L’itinerario finora realizzato del percorso Gemina si sviluppa per circa dieci chilometri da Malchina e Sgonico lungo viabilità comunale, piste agro-forestali e sentieri ed è indicato da specifica segnaletica - si legge nella convenzione -. Il tracciato di massima del terzo lotto già individuato segue piste forestali, sentieristica curata dal Club Alpino Italiano e, nel tratto conclusivo, si sviluppa lungo viabilità d’interesse comunale e di altri proprietari». L’obiettivo del terzo lotto è di completare il percorso Gemina collegando le località di Sgonico, Rupingrande e Monrupino con il tratto già realizzato di San Pelagio e Propotto, oltre che di conservare «parte dei siti di pregio naturalistico che ricadono in aree di Natura 2000 come Zona speciale di conservazione». L’intenzione è quello di rafforzare «il concetto di un percorso rientrante in un sistema di rete utilizzabile con diverse modalità e facilmente collegabile ad altri itinerari siti sull’area del Carso tanto italiano che sloveno».

Il progetto iniziale, tuttavia, ha dovuto fare i conti con le risorse messe in campo costringendo le amministrazioni locali a fare di necessità virtù. «Il limitato importo a disposizione e le modifiche amministrative introdotte dalla normativa vigente sui lavori pubblici - si legge nella convenzione - hanno reso necessario individuare nuove soluzioni progettuali che hanno portato a prevedere l’utilizzo ove possibile di sentieri esistenti e delle piste forestali recentemente ripristinate o realizzate dalla direzione regionale della Protezione civile a scopo antincendio, così da ridurre la spesa iniziale e da garantire la manutenzione nel tempo senza gravare sui bilanci degli enti». Questa soluzione, inoltre, dovrebbe assicurare una maggiore rapidità di realizzazione degli interventi.
Nel progetto sono coinvolti la cooperativa sociale Agricola Monte San Pantaleone di Trieste e il Cai del Friuli Venezia Giulio (Commissione Giulio Carnica sentieri rifugi e opere alpine). Il nuovo tratto del percorso Gemina, infatti, sarà inserito nella rete dei percorsi alpini e così incluso nel sistema escursionistico regionale e nel catasto regionale dei sentieri.
In ogni caso si tratta di un percorso che viene da lontano. La via Gemina era una strada romana che univa Aquileia ad Emona (l’attuale Lubiana). Il significato del suo nome deriverebbe o dal fatto che partiva da Aquileia come la “strada Gemella” della via Postumia o dal fatto di essere stata costruita dopo il 14 a.C. dalla legio XIII Gemina, che a quel tempo si trovava nella città della Venetia et Histria. La strada, che contribuì ad una rapida romanizzazione dell’Istria, partiva da Aquileia e passava attraverso Tergeste (Trieste) per terminare poi ad Emona. Si aggiunga che la strada seguiva il primo tratto della via dell’Ambra, che poi proseguiva fino al Danubio. La storia racconta che «quando Massimino il Trace prese la decisione di marciare sull’Italia romana riuscì ad occupare in breve tempo Emona, e, poco prima di mettere sotto assedio la città di Aquileia, riuscì a rimettere in sesto la via Gemina».
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