Si tratteneva i soldi dei bolli dell’auto Tabaccaia condannata

di Corrado Barbacini
Ha emesso i bolli auto «in proprio». Prendendo i soldi dai proprietari delle vetture senza poi versarli all’Agenzia delle Entrate. In pochi mesi si è intascata oltre 10 mila euro.
Per questa “dimenticanza” Lucia Medri, titolare della ricevitoria Lottomatica di via Banelli è stata condannata con rito abbreviato alla pena di un anno di reclusione con i benefici e la sospensione. Era accusata di peculato. In quanto la tabaccaia pur non essendo una pubblica dipendente svolgeva una pubblica funzione nella riscossione delle tasse automobilistiche. Soldi, come è noto, destinati alla Regione.
A pronunciare la sentenza è stato il giudice Laura Barresi che ha accolto sostanzialmente le richieste del pm Lucia Baldovin. Lucia Medri era assistita dall’avvocato Claudio Bragagna.
La vicenda porta la data dell’aprile dello scorso anno. In quel periodo gli uffici dell’Agenzia delle Entrate avevano effettuato una verifica contabile sulla posizione di Lucia Medri. Il «buco» è stato scoperto dai contabili. Che avevano incrociato i dati e scoperto il guaio.
I bollettini con le cifre dei versamenti erano stati emessi regolarmente, ma mancavano i soldi corrispondenti. Che non erano stati versati all'Erario. Per sicurezza dalla Lottomatica avevano telefonato alla tabaccaia per chiedere chiarimenti. Ma non sono stati sufficienti.
Ed era emerso che la titolare della ricevitoria di via Banelli non aveva versato le tasse automobilistiche riscosse nel periodo dal 3 febbraio al 13 aprile del 2010. In tutto oltre 10 mila euro. Denaro che però, secondo la difesa, in quel periodo non era stato versato perché la donna aveva alcuni gravi problemi di famiglia. E non aveva avuto il tempo per poterlo fare.
Nel corso dell’istruttoria è stata ricostruita sia la modalità di pagamento dei bolli nella ricevitoria che quella del versamento del denaro all’Erario e cioè alla Regione. I soldi dei bolli delle auto, secondo le regole, devono appunto essere corrisposti all’Agenzia delle entrate entro il giorno successivo della fine della settimana contabile. Il soldi non arrivano scatta la cosiddetta procedura di morosità nei confronti del titolare della ricevitoria e contestuamente della vicenda viene informata la Guardia di finanza.
Infine dopo altri accertamenti il fascicolo viene trasmesso alla procura e per il titolare della ricevitoria scatta, come detto, l’accusa di peculato che comunque rimane in essere anche se il denaro viene versato successivamente. Lucia Medri infatti aveva successivamente regolarizzato la propria posizione dopo qualche tempo e in aula lo stesso difensore depositando la documentazione attestante il versamento. Ma questo “ravvedimento” non è servito a cancellare l’accusa di peculato.
Da aggiungere, infine, che per gli automobilisti che avevano effettuato il pagamento della tassa di circolazione nella ricevitoria di via Banelli non ci saranno conseguenze: il pagamento del bollo resta comunque valido. Fa insomma fede il tagliandino che è stato rilasciato al momento del pagamento dell’imposta. I guai, come è accaduto, in caso di inadempienze piovono sulla testa della ricevitoria.
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