«Siamo stati svegliati di soprassalto Poi la corsa ma era già troppo tardi»
«Sulla dinamica dell’incendio ci hanno già detto che sarà molto difficile capire con esattezza l’origine di quelle fiamme ma non crediamo ci possa essere qualcuno che ce l’ha con noi». Cristina...

Lasorte Trieste 19/08/17 - Via Cubi, Borgo S.Sergio, Incendio Auto, Foto scattate dai Proprietari
«Sulla dinamica dell’incendio ci hanno già detto che sarà molto difficile capire con esattezza l’origine di quelle fiamme ma non crediamo ci possa essere qualcuno che ce l’ha con noi». Cristina Cecchini, il figlio Luca e il convivente Umberto ieri pomeriggio ancora non si capacitavano di quanto fosse successo. Le loro automobili erano già state rimosse dal parcheggio che dista una cinquantina di metri da casa. Quella della vicina invece era ancora lì, con i segni ben evidenti di quanto fosse accaduto poche ora prima. «Non abbiamo nemici, non abbiamo fatto del male a nessuno, non abbiano problemi con nessuno, tantomeno con gli altri inquilini della nostra palazzina», sottolineano. La Peugeot dalla quale è divampato l’incendio è diesel. È raro che un’auto prenda fuoco «ma un vigile intervenuto per spegnere le fiamme – riferisce Umberto – ci ha spiegato che potrebbe esserci stato un cortocircuito all’impianto elettrico con un’autocombustione».
Nella zona non ci sono telecamere. Nemmeno i negozi più vicini a quel parcheggio ne sono dotati. Quello spiazzo che può ospitare una ventina di auto è ben visibile dalle finestre di decine di abitazioni e durante la notte è illuminato a giorno da potenti lampioni. Non è una zona di passaggio, uno deve percorrere le stradine tra le tante palazzine per raggiungerla. «Siamo stati svegliati di soprassalto da alcuni vicini che ci avvertivano che le nostre automobili stavano bruciando: scesi abbiamo visto la Peugeot già con il cofano del motore completamente sciolto», ricordano i proprietari delle auto. «Poi – continuano – dopo un attimo di panico, mentre attendevamo arrivassero i soccorsi, non potendo usare i piccoli estintori sistemati proprio all’interno delle auto, abbiamo provato a domare le fiamme gettando dell’acqua e con l’estintore di un nostro vicino, ma la potenza del fuoco era incredibile». «Io sinceramente credo che nessuno abbia voluto colpire la mia famiglia – valuta Cecchini – anche perché se qualcuno dovesse avercela con me, prima di dare fuoco alla mia macchina forse mi avrebbe raggiunta con altri avvertimenti». Invece la famiglia non ha mai ricevuto né biglietti anonimi né telefonate strane o altri segnali che potessero far pensare a qualcuno che li avesse presi di mira.
Molti dei residenti nelle palazzine attorno al parcheggio, accortisi venerdì notte di quanto stava accadendo sono scesi in strada per spostare le loro automobili dalla zona del l’incendio, altri per seguire le operazioni di soccorso. Alcuni, soprattutto i più anziani, hanno per ore assistito a quanto stava succedendo affacciati alle finestre delle loro abitazioni. «Io ho preso una gran paura – testimonia Valeria Skrignar che abita nella palazzina di via Rascovich più vicina al parcheggio –, le mie finestre distano poche decine di metri in linea d’aria dal punto dove è scoppiato l’incendio e temevo che il fuoco potesse raggiungere anche le mie tende o le persiane. Ero a letto – ricorda la donna – e all’improvviso ho sentito un botto e poi dei vetri infrangersi: mi sono affacciata alla finestra del salotto e mi sono resa conto di quanto stava accadendo». Skrignar ha preso il telefono e ha chiamato il 112. «Le operazioni per domare il fuoco sono durate parecchio – testimonia Piero Radivo, abitante di via Cubi –, abbiamo preso tutti un grande spavento. Purtroppo – conclude – in questo rione abita anche gente un pochino strana e non mi meraviglierei del fatto che l’incendio fosse stato appiccato da qualche stupidino».
(l.t.)
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