Signora delle stelle: la vita e le passioni di Margherita Hack narrate in 12 mesi

 A dieci anni dalla sua scomparsa, l’astrofisica rivive nel lunario promosso da “Viva Marga”, progetto dedicato alle scuole medie e superiori

Francesco Codagnone
L'astrofisica Margherita Hack
L'astrofisica Margherita Hack

TRIESTE La prima pagina del calendario è un buio di velluto trapuntato di bagliori. Margherita Hack, “Marga” come si faceva chiamare da tutti quell’astrofisica toscanaccia che proprio non ne voleva sapere di formalità, mese dopo mese appare circondata da stelle fisse e anelli di Saturno. E poi i suoi amori, i gatti che zampettavano sulla macchina da scrivere che lei preferiva al computer, e la bicicletta con cui, battagliera fino alla fine, sfrecciava per le vie di Trieste, pedalando verso l’Osservatorio o lungo Barcola fino ai Topolini.

A dieci anni dalla sua scomparsa, l’astrofisica rivive così nel lunario promosso da “Viva Marga”, progetto dedicato alle scuole medie e superiori delle due città della scienziata, Trieste e Firenze, e istituti esteri in cui si insegna l’italiano, per ricordarla anche attraverso un concorso a premi in cui ragazze e ragazzi saranno chiamati a realizzare piccole opere ispirate alla vita della «signora delle stelle». Il concorso, di cui il Piccolo è media partner, è promosso da “Radici&Futuro” con l’Università della Terza Età “Danilo Dobrina” e l’associazione Scienza Under 18 Isontina, con il contributo di dodici enti scientifici triestini e fiorentini. Ecco allora che, mese dopo mese, ogni istituto renderà omaggio a “Marga” con un calendario stellare, illuminato da frammenti dei suoi libri e disegni di due illustratrici triestine, Carlotta Zanettini e Sara Paschini. Cnr e Inaf ne ripercorrono la carriera, dalla tesi sulle Cefeidi fino alla direzione dell’Osservatorio. Ictp restituisce il ritratto di una scienziata anticonformista, Ogs di una donna atletica e tenace. Legatissima al marito Aldo, alla “badante” Tatjana e sua figlia Eda, come nella dedica di Area Science Park e UniTs; innamorata dei suo gatti, ricorda Icgeb. Infine, chiude la Sissa, l’immagine di ciò che “Marga” muoveva più di tutte le stelle: coscienza e conoscenza nelle nuove generazioni di scienziate, alle quali per sempre racconterà di quanto bello è l’universo. —

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