Silos-dormitorio, via gli abusivi

Il blitz dei carabinieri è scattato ieri alle 7 al Silos. È il secondo in pochi giorni. Quello dell’altra mattina è stata una vera e propria irruzione. Obiettivo è stato un accampamento che sbandati e clochard (tutti di origine rumena) avevano realizzato in un’area intermedia tra il pian terreno e il primo piano del parcheggio del Silos. È stata trovata addirittura una cucina da campo con tanto di griglia, letti, materassi per terra e poi anche un orologio a cucù appeso al muro.
Gli stranieri avevano “preso casa” nel Silos, come segnalato più volte da residenti e commercianti esasperati dalla loro presenza spesso molesta: persone abituate a dormire su giacigli di fortuna, ricavati anche all'interno di ambienti fatiscenti e in pessime condizioni igieniche come accertato più volte, e a lasciare in bella vista i segni del loro passaggio. Come fagotti di stracci, bottiglie e lattine di birra.
Nel sottoscala del Silos, proprio davanti a piazza Libertà, i carabinieri hanno individuato una famiglia composta dal padre, dalla madre e dai figli minori che avevano realizzato una sorta di giaciglio. Da questo luogo i militari hanno proseguito sempre all'interno del Silos trovando un altro bivacco abitato da sei persone e attrezzato con coperte e materassi. E poi sono arrivati all’appartamento di cento metri, con cucina, letti e orologio a cucù appeso al muro. Poco lontano era addirittura era stata realizzata una tenda-igloo attrezzata con materassi e coperte e attorno c'erano numerosi suppellettili con pentole, sedie e anche un braciere. Una sorta di casetta con cartoni fissati sotto una scala. Infine al piano terra hanno scoperto un altro giaciglio di fortuna dove si erano sistemati altri due rumeni.
All’accampamento principale si accede con una scala a pioli atteraverso uno stretto passaggio che dà dalla parte della stazione ferroviaria. In quest’area i carabinieri hanno trovato 18 persone. Che sono state denunciate per invasione di edificio. La denuncia alla procura fa seguito alla querela sporta nei giorni scorsi dai responsabili della società Saba Italia proprietaria del Silos che nei prossimi giorni, si è appreso, provvederà a chiudere quelli che erano stati utilizzati come ingressi all’accampamento.
Il blitz dei militari fa seguito a quello messo a segno nei giorni scorsi intorno alla cosiddetta “città proibita” del Porto Vecchio dagli agenti della Municipale. Ed è lì che alcuni clochard - che vivevano nella stazione delle corriere e il Silos - si erano spostati. I controlli della Municipale sono proseguiti per tutto quel giorno: sono state identificate 32 le persone, tutte dedite alla accattonaggio.
«Questo è un luogo - hanno recentemente spiegano i pochi operatori commerciali che ancora tentato di proseguire la loro attività all'interno dello storico edificio - nel quale i triestini non si avventurano, se non quando costretti dalla necessità di prendere un autobus».
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