Simboli della storia preda del degrado
Una pagina sanguinosa della storia della Gorizia operaia e dei movimento di Resistenza minacciata dalle erbacce. Parliamo dei monumenti che ricordano le battaglie delle fabbriche goriziane, culminate nella primavera del 1945. E in particolare della lapide dedicata alla memoria degli operai Enrico Bentivoglio e Luigi Fontanini, e del monumento che ricorda gli operai caduti a difesa della Safog di Straccis, che oggi si trova ancora nel piazzale interno della fabbrica di via Brigata Casale, inaccessibile al pubblico. La prima, invece, si trova nei pressi della vecchia portineria dell'ex Cotonificio Triestino di Piedimonte, ed è costantemente minacciata dal verde incontrollato che, soprattutto in questa stagione, riempie rigoglioso l'area intorno ad essa. A volte, tanto da circondarla e addirittura coprirne l'incisione.
Ad oggi, forse grazie anche all'interrogazione presentata l'altra sera in Consiglio comunale dall'esponente del Pd, David Peterin, la situazione sembra essere tornata nella norma e i cespugli tosati. Originariamente, la lapide venne collocata nel giugno 1947 a opera delle organizzazioni dei lavoratori su un muro dello stesso stabilimento, nel luogo dove i due operai persero la vita il 2 maggio 1945, «combattendo per la liberazione e per la difesa dello stabilimento», come recita a imperitura memoria l'epitaffio.
Una decina di anni fa, poi, su iniziativa del Consiglio circoscrizionale guidato da Walter Bandelj, la stele venne rimossa dal sito originale e posizionata in quello attuale, per essere più facilmente accessibile al pubblico. «Sarebbe tutto inutile, se la lapida ora si trova a dover combattere contro le erbacce e i cespugli che la coprono – puntualizza Peterin – prendo atto con piacere che l'intervento del servizio comunale per la manutenzione del verde è intervenuto immediatamente. Sarei ancora più contento se quest'area venisse mantenuta in maniera adeguata tutto l'anno e non solamente in occasione delle ricorrenze. Inoltre, non credo sia sufficiente ripulire l'area verde solo per i primi 50 centimetri più vicini al monumento. Occorre che gli operai comunali si occupino di tutta l'area verde, che oggi continua a essere in uno stato di totale abbandono».
Ancora tutta da verificare, invece, la pista che potrebbe portare al trasferimento del cippo di Straccis, inaugurato il 29 aprile 1975 per ricordare in particolare l'operaio goriziano Francesco Dugaro e il collega piemontese Camillo Borzese. «Una soluzione – suggerisce Peterin – potrebbe essere quella di adottare il medesimo iter usato dieci anni fa dal Consiglio circoscrizionale di Piedimonte per trasferire la lapide del cotonificio. È necessario contattare i privati e capire se sono disposti al trasferimento. Sarebbe bello poter inserire la Safog tra le tappe delle commemorazioni del 25 aprile e, ai primi di maggio, per ricordare le lotte operaie in difesa delle fabbriche contro gli attacchi dei cetnici alleati dei tedeschi».
(a.c.)
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