“Siora Rosa” festeggia il buffet rimesso a nuovo

In cucina non c'è più la mitica “siora” Rosa, ma “siora” Albina. Da oltre quarant’anni. Ma la sostanza non è cambiata. Dalla consistenza del “cotto in crosta” ai vapori della caldaia con il bollito...
Lasorte Trieste 30/03/18 - Piazza Hortis, via Torino, Siora Rosa
Lasorte Trieste 30/03/18 - Piazza Hortis, via Torino, Siora Rosa

In cucina non c'è più la mitica “siora” Rosa, ma “siora” Albina. Da oltre quarant’anni. Ma la sostanza non è cambiata. Dalla consistenza del “cotto in crosta” ai vapori della caldaia con il bollito misto. Rosa Cattaruzza, tuttavia, veglia ancora su questo storico buffet da un ritratto sulla parete di una sala. Il Buffett “Da Siora Rosa” riapre oggi i battenti con una festa di popolo dopo una ristrutturazione durata un paio di mesi.

Il maiale, serigrafato su ogni vetro, torna a grugnire. Dalle 17 alle 20 ci sarà un brindisi offerto a clienti e amici, accompagnato da “rodoleti de coto”, tartine di baccalà, sfogliatine. Meno il bollito misto che ha fatto storia. La caldaia tornerà a ribollire a partire dal 3 aprile, subito dopo Pasqua, quando il locale aprirà ufficialmente al pubblico. Lo storico buffet di Piazza Hortis, all’angolo con via Torino, torna in attività dopo una ristrutturazione durata un paio di mesi. E la famiglia veneta Facco (Albina e Lorenzo con i figli Morena, Maurizio e Monica), proprietaria del locale dal 1975, ringrazia con una pagina intera sul Piccolo “tutte le persone «che hanno contribuito realizzare tutte le opere di adeguamento restauro, arredamento». É lo stile “Siora Rosa”: dal geometra Clemente Mauro a Luca V enuto di Design Legno, dal serramentista Boris Ferluga all’idraulico Andrea Marassi, dall’impresario edile Mauro Macor a Fabio Fast per i traslochi. Un ringraziamento persino postumo. «Il nostro pensiero va al compianto commercialista Giuseppe Nobile che ci sarebbe piaciuto avere qui con noi in questo giorno». «È merito suo se siamo arrivati a Trieste», ricorda Morena Facco.

Ma cosa cambia in uno dei luoghi di culto triestino del maiale: “Da Siora Rosa” ha eliminato le barriere architettoniche. «Non ci sono più gradini. Potranno entrare tutti senza problemi», spiega Morena. I bagni poi sono stati spostati dalla saletta interna all’ingresso. È stato poi cambiato completamente il bancone che era usurato da anni e anni di ottimo servizio. Il nuovo - sempre in legno, anche se più chiaro - riporta incisa la scritta “Da Siora Rosa dal 1921”. «Visto che tutti ci chiedono sempre: “Ma da quanto xe verta Siora Rosa?” Abbiamo risolto a monte la questione», aggiunge Morena.

Il buffet “Da Siora Rosa” esiste da 97 anni. Nacque nel primo dopoguerra con il nome irredentista Buffet Vittorio Veneto. Il locale era gestito da Rosa Cattaruzza. E fin da subito si è specializzato nel cucinare interi prosciutti in crosta di pane utilizzati poi per preparare succulenti panini imbottiti. Molto prima dei fast food americani. Ancor oggi ci sono 14 varianti del panino con il cotto: liscio, salsa rosa, senape, senape e kren, formaggio, melanzane impanate, crauti, zucchine impanate, frittata, insalata e pomodoro, polpetta, zucchine marinate, funghi e peperoni marinati. Ci cono i panini che pescano nella varietà della caldaia: la porcina, il cotechino, il carrè, le salsicce di cragno e di vienna e la lingua salmistrata con senape e kren. Da qui ci sono poi i piatti tipici come gli gnocchi di pane con gulash, gnocchi di susine, sardoni in savor, baccalà mantecato alla veneta, seppie in umido con polenta, trippe e la jota, minestra tipica triestina con fagioli crauti e patate. Siora Rosa ha sfamato i triestini e turisti fino al 1975, quando passò il testimone a Lorenzo Facco che arrivò da Jesolo con la famiglia. A prendere il posto di “siora Rosa” fu la moglie Albina, che da quarant’anni regna incontrastata in cucina aiutata dai figli Morena, Maurizio e Monica. (fa.do.)

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