Sirene barbute, casse di birra e montagne russe

Comicità assicurata con i corsetti e le calze a rete indossati da uomini. Tanti i richiami all’attualità
Foto Bruni 09.02.16 Carnevale dei Rioni-
Foto Bruni 09.02.16 Carnevale dei Rioni-

Un pirata con le vesti tempestate da gusci di cozze. Una sirenetta con tanto di coda, ma anche di barba bianca originale, perché interpretata da un uomo che non si può definire giovanissimo. Il rimorchio di un trattore, utilizzato per trainare uno dei carri allegorici, ben fornito di cassette di birra, nascoste senza troppa attenzione e fatte spuntare al momento giusto. Sei simpatiche signore, vestite da “passeggere” di un virtuale percorso di montagne russe, pronte a mimare la giocosa sensazione di paura che si prova lungo le discese. La fantasia non è mancata ai triestini che hanno inscenato alcune della mascherate più riuscite di questa edizione 2016 del Carnevale di Trieste.

Ancora una volta, gli ideatori e gli esecutori delle macchiette che hanno caratterizzato ieri il corteo mascherato hanno colto nel segno, unendo attualità a sarcasmo, voglia di divertirsi a spunti di riflessione. Senza dimenticare gli emblemi di questa città: il mare, il caffè, la propensione allo scherzo, alla battuta, e perché no a un brindisi in compagnia, tutti elementi imprescindibili di una manifestazione giunta al 25.o anno di età e che cresce di volta in volta.

Accanto alle immancabili donnine, interpretate da uomini che una volta all’anno si divertono a indossare calze a rete e a imbottirsi di qualsiasi cosa, pur di apparire estemporaneamente formose, le riflessioni sul costo che la natura paga al petrolio e alla continua caccia per l’individuazione di nuovi pozzi, o le difficoltà a trovare un lavoro, o ancora le carenze del sistema sanitario, sono solo alcuni dei temi presentati ieri dai protagonisti della sfilata, per ricordare, in allegria, che c’è sempre un giorno dopo il Carnevale, quando la realtà si ripropone con la sua serietà. Alcuni carri hanno suscitato l’entusiasmo del pubblico, in gran parte consapevole delle difficoltà che, soprattutto quest’anno, hanno dovuto superare quanti si dedicano alla realizzazione delle allegorie, costretti a lavorare nell’ex deposito autobus di san Sabba, dove non c’è il riscaldamento e gli allacciamenti elettrici devono essere utilizzati a turno. «Speriamo di poter entrare finalmente in Fiera» ha detto ieri, a conclusione della sfilata, Roberto De Gioia, presidente del Comitato organizzatore del Palio. Sarebbe un bel premio per l’intera città. (u. s.)

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