Sissa-Yale, studio per “ingannare” i batteri

Ingannare i batteri, in modo che non possano produrre sostanze necessarie per sopravvivere. Servirebbe in Germania, dove un ceppo aggressivo di Escherichia coli ha mandato all’ospedale migliaia di persone con la sua tossina shiga. A questa idea, ancora da perfezionare ma già sulla buona strada, contribuisce Francesco Colizzi, giovane ricercatore del settore di fisica statistica e biologica della Sissa, che coordina un progetto innovativo cui collabora anche l’Università di Yale.
«Si è scoperto da poco – dice Colizzi – che i batteri controllano la produzione di sostanze indispensabili per la propria crescita usando l’Rna, molecola che funge da intermediario tra il Dna, che contiene l’informazione genica, e la proteina che svolge quella data funzione. L’Rna, dunque, serve anche da “sensore” per capire se è necessario o meno produrre una data sostanza». L’idea è di mandare in cortocircuito questo sensore e ingannare il microrganismo provocandone la morte. Come? Si lavora su due fronti. Con i suoi colleghi alla Sissa, Colizzi simula al computer la struttura di molecole complementari all’Rna batterico e sceglie quelle che, appaiandosi a esso, hanno le maggiori potenzialità di bloccare la produzione di proteina. I colleghi dell’Università di Yale che lavorano allo stesso progetto verificano poi, sui batteri, se la strategia funziona. L’uso dell’Rna per questi fini è relativamente nuovo, e la ricerca di Colizzi è del tutto sperimentale. (c.s.)
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