Sito dell’ex polveriera Il Comune di Romans “chiama” Architettura

Uno studio all’Università di Trieste in chiave naturalistica per recuperare un’area dismessa dagli anni Sessanta
Bumbaca Gorizia Polveriera di Romans
Bumbaca Gorizia Polveriera di Romans

Edo Calligaris / Romans

Dismessa dagli anni Settanta, l’amministrazione comunale di Romans d’Isonzo sta pensando ad un possibile riutilizzo dell’ampia area dell’ex polveriera militare di viale Trieste, zona laghetti. L’importante riutilizzo, che si apre a molti scenari, passa attraverso un progetto di ricerca affidato a ricercatori e laureandi del corso di laurea in Architettura di Gorizia. È quanto fa presente il vicesindaco Michele Calligaris, in base di un accordo avviato tra Comune e Università di Trieste, Dipartimento di Ingegneria e Architettura. Il tutto è stato avviato da tempo, ma si è fermato con la sospensione delle attività universitarie dovute al Covid. L’obiettivo che si vuole raggiungere con questa indagine – dice il vicesindaco – è lo studio delle possibili forme di valorizzazione e sviluppo dell’area attraverso simulazioni ed elaborazione di scenari di trasformazione, partendo dalle previsioni del piano regolatore e passando per una valutazione dei possibili utilizzi pubblici e collettivi del compendio ex militare. In particolare, l’amministrazione vede con interesse la possibilità di trasformare il compendio in un’area naturalistica per la comunità, utilizzabile anche per eventi e manifestazioni collettive, vista la vocazione storica e culturale del paese.

«Non vengono comunque esclusi – aggiunge Calligaris –, anzi verranno approfonditi, altri scenari più complessi e strutturati di utilizzo e trasformazione dell’area, mantenendo intatta la memoria del sito e le tracce delle architetture del paesaggio, che oggi si caratterizza per le molte casette realizzate allora per custodire gli esplosivi. Lo studio è condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, specializzati su queste tematiche, guidato dal responsabile scientifico del progetto, il professor Giovanni Fraziano, assieme ad Adriano Venudo, Luigi Di Dato e Thomas Bisiani, oltre che dalle laureande Nicol Di Bella e Daniela Dikovic, che stanno sviluppando gli studi e le analisi sul sito romanese».

«Al termine di questa prima fase tecnica – conclude il vicesindaco – verranno valutati i risultati coinvolgendo le realtà locali e territoriali, per esaminare prospettive e possibili interventi, per programmare una valorizzazione che valuti obiettivi e investimenti». —

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