Slovenia, con la crisi è boom per le terme

Oltre che luogo di benessere le strutture sono diventate meta di vacanza e divertimento, anche per un weekend
Di Pierpaolo Pitich

Da tempo sono un punto di riferimento irrinunciabile nella vacanza ideale dei triestini e non solo. Con la precisazione che negli ultimi anni è cambiato l’approccio e soprattutto, per queste mète, è scoppiata una vera e propria mania.

Stiamo parlando delle località termali che spuntano come funghi appena varcato il confine, in modo particolare nella vicina Slovenia, e che vengono letteralmente prese d’assalto dai turisti anche in virtù dell’aspetto economico particolarmente vantaggioso: cosa non da poco in tempi di crisi. Se però fino a qualche anno fa si presentavano come una soluzione ideale per la cura del corpo e della mente grazie all’effetto salutare delle acque, adesso si sono trasformate in luoghi del benessere e del divertimento, da frequentare in qualsiasi periodo dell’anno, per poter staccare la spina del lavoro giornaliero.

«In effetti la filosofia della vacanza termale si è modificata nel corso degli ultimi anni - spiega Divna Cuk, direttrice di Aurora Viaggi -. Adesso non ci si va esclusivamente per sfruttarne i benefici curativi, cosa che di norma avveniva soprattutto nel periodo primaverile ed in quello autunnale, ma proprio per concedersi una pausa rilassante in un qualsiasi momento dell’anno, per far fronte allo stress accumulato durante i lunghi mesi lavorativi. Le persone - continua Cuk - alle terme vogliono essere coccolate, pensare finalmente a se stesse, lasciare fuori dalla porta i problemi e godersi i piaceri della vita».

Le terme intese dunque come vacanza ideale per tutti, dalle famiglie numerose ai single, dai giovani agli anziani, senza differenze di età o di abitudini, da vivere dodici mesi all’anno. Particolarmente variegata l’offerta, che può contare su moderne strutture alberghiere dotate di tutti i comfort tipici del centro benessere, dalle piscine alla sauna, dagli idromassaggi ai giochi d’acqua per i bambini.

Tra le mète più gettonate della Slovenia, in cui sono una ventina le località termali più conosciute, spiccano quelle di Olimje, di Catez e di Lasko, tutte distanti un paio d’ore di automobile o poco più. Piccole nicchie di benessere facilmente raggiungibili, dove si può trascorrere la vacanza di una o due settimane ma anche il tradizionale week end più o meno lungo. E questo proprio grazie al rapporto qualità-prezzo che consente di mantenere contenuto l’esborso finanziario. In media, per un fine settimana con due notti di permanenza in un hotel quattro stelle nelle varie località termali, si va dai 100 fino a un massimo di 150 euro a persona con trattamento di mezza pensione.

«Si tratta indubbiamente di un tipo di vacanza molto interessante anche dal punto di vista economico - precisa ancora Divna Cuk -. Noi puntiamo principalmente sui pacchetti completi, incluso il trasferimento settimanale in pullman nei principali centri termali della Slovenia. La crisi, superfluo dirlo, si fa sentire, e sta investendo soprattutto le famiglie. Le persone adesso sono più attente alle spese, oltre che ai contenuti e ai dettagli organizzativi del viaggio. Devo dire però che questo tipo di vacanza, proprio per la sua tipologia particolare, riesce a resistere bene anche al periodo difficile».

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