Slovenia, situazione grave: il Paese resta in lockdown

LUBIANA Non è ancora giunto il tempo per permettersi di fare sconti all’epidemia da Covid-19. Lo ha detto chiaramente ieri mattina il portavoce del governo sloveni Jelko Kacin che ha così confermato la linea dura dell’esecutivo nella lotta al coronavirus. È evidente, ha anche precisato Kacin, un numero significativo di infezioni di origine sconosciuta, il che non è il dato più ottimista. Tuttavia, le condizioni per l'ammorbidimento delle misure non sono ancora state soddisfatte. «Dal nero (situazione attuale ndr.) arriviamo alla zona rossa quando abbiamo un numero di infezioni su base settimanale inferiore a 1.350 e meno di 1.200 posti letto occupati. Al momento siamo purtroppo lontani da quello. La media nazionale a sette giorni è di 1.848 contagi, ovvero 80 contagi in meno dell’ultimo raffronto su sette giorni, ma siamo ancora lontani dal traguardo di 1.350 infetti, che avrebbe consentito il passaggio alla zona rossa».
I nuovi contagi nelle ultime 24 ore in Slovenia sono stati 1.860 di cui 1.387 rilevati dopo 5.512 tamponi (indice di positività al 25,7%) e 473 dopo 8.455 test rapidi (indice di positività al 5,6%). I morti sono stati 31 mentre gli ospedalizzati per coronavirus 1.202 di cui 192 in terapia intensiva.
Numeri che, secondo gli esperti, potrebbero crescere nelle prossime settimane. Numeri ai quali certe “manipolazioni” delle norme anti-Covid daranno una buona mano. Nelle ultime settimane, infatti, nella località sciistica di Kranjska Gora si sta verificando un fatto alquanto sospetto. Le case e gli appartamenti, infatti, sono praticamente esauriti perché dati in locazione ad aziende per ospitare uomini d’affari. Secondo il capo dell'ispettorato intercomunale, Gregor Jarkovič sentito da Rtv Slovenija, nonostante l'epidemia, le strutture ricettive sono insolitamente piene, «perché le norme sono estremamente vaghe e consentono un'ingegnosità eccezionale con alcuni contratti di locazione». La supervisione e le sanzioni sono, aggiunge Jarkovič, con tutta l'ingegnosità dei trasgressori, praticamente impossibili. Secondo l'ispettore, gli abitanti locali, che spesso non osano nemmeno andare a Jesenice (vicina una decina di km ndr.), sono preoccupati e delusi per la mancanza di sentimenti per i loro simili. «Le persone si comportano in modo frivolo, guarda, vengono da Maribor, Novo mesto, non so nemmeno come possano superare i confini di così tante regioni», ha detto uno di loro. «Di conseguenza, questo significa anche problemi per noi con la possibilità di nuovi contagi», ha aggiunto un'altra donna locale. E se lo Stato ovviamente lo tollera, o se durante questo periodo non è stato dimostrato che queste strutture ricettive rappresentano un'ulteriore focolaio di infezione, allora la domanda è più che appropriata, afferma il direttore del turismo di Kranjska Gora Blaž Veber, perché tale opzione non è disponibile per le persone fisiche: «Non vediamo la differenza tra un uomo d’affari ospite di un’azienda e una persona fisica. Questa potrebbe essere un'altra considerazione che dobbiamo affrontare a Kranjska Gora».
l'Istituto di Microbiologia e Immunologia della Slovenia che monitora anche la presenza di possibili nuovi ceppi del coronavirus dall’ottobre scorso a fine anno, ha analizzato più di 500 campioni diversi, ma non hanno rilevato la cosiddetta variante inglese del virus o qualsiasi altra variante problematica come quella sudafricana.
La situazione sembra essere migliore nella vicina Croazia anche se, va precisato, da un paio di giorni il numero dei tamponi effettuati è sceso in modo drastico. Nelle ultime 24 ore i nuovi contagi sono stati 759 su 7.074 tamponi (indice di positività al 10,7%). Sono decedute 43 persone, mentre gli ospedalizzati per coronavirus sono 2.084 di cui 185 in terapia intensiva. —
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