In Slovenia il balzo dei nuovi contagi. Scuole, riapertura verso il rinvio

Il premier Janša non esclude di proseguire fino a maggio con la didattica a distanza. Ricoveri, i numeri non scendono
Un'operatrice sanitaria in una corsia Covid del Centro clinico universitario di Lubiana
Un'operatrice sanitaria in una corsia Covid del Centro clinico universitario di Lubiana

LUBIANA Un’Epifania molto amara quella celebrata ieri in Slovenia. Il Paese, infatti, fa registrare il numero record di contagi in 24 ore dall’inizio della pandemia da Covid-19 nella primavera scorsa. I nuovi infetti sono stati 3.354 su 17.840 test effettuati. Morte 31 persone. Ma qui va fatto un doveroso distinguo. I tamponi “classici” sono stati 6.956 che hanno rivelato 2.602 nuovi contagi con un indice di positività pari al 37,4%, decisamente altissimo e paragonabile solamente ai giorni più bui della pandemia. I test cosiddetti “veloci” sono stati invece 15.238.

Ma proprio sui test rapidi si è scatenata una polemica cui sta cercando di porre fine l’Agenzia pubblica per i medicinali e i dispositivi medici (Jazmp) che ha deciso di effettuare un'ispezione straordinaria sull'adeguatezza dei test rapidi dell'antigene, che il ministero della Salute ha acquistato da Majbert Pharm a dicembre. «Trattandosi di un'attività di grande importanza che può essere associata a rischi, noi - come previsto dalla legge - abbiamo deciso di effettuare delle ispezioni. Durante l'ispezione, verificheremo la conformità del dispositivo medico fornito ai requisiti legali», ha spiegato l’Agenzia. Si tratta, come detto, di test rapidi dalla Cina, che sono stati pagati dalla Slovenia 1,982 euro Iva inclusa a pezzo. A dicembre il ministero della Salute ne ha acquistato mezzo milione. Negli ultimi giorni, tuttavia, ci sono stati sospetti. Secondo il portale web necenzurirano.si, in diversi casi hanno mostrato risultati falso positivi. Pacchetti individuali di test sono arrivati in Slovenia con le lastre deformate, ognuna delle quali ha una cartina di tornasole diversa. Sorgono dubbi sul fatto che questi test possano essere utilizzati per lavorare all'aperto, cioè in climi freddi e ambienti umidi.

Per quanto concerne invece la gestione dell’epidemia che sembra oramai fuori controllo in Slovenia, il governo ieri sera ha incontrato il gruppo di esperti che coordina l’aspetto decisionale dell’esecutivo in materia di coronavirus. Oggi si attendono le nuove decisioni soprattutto sull’inizio della scuola dopo le vacanze natalizie. I numeri «non sono dei migliori» ha commentato ieri il portavoce del governo Jelko Kacin. Non si esclude che la didattica a distanza possa proseguire addirittura fino a maggio come ipotizzato dallo stesso premier Janez Janša, oppure, nella migliore delle ipotesi, solamente con il 50% in presenza. E che la situazione in Slovenia sia maledettamente complicata lo confermano le parole del direttore dell’Istituto nazionale di sanità pubblica, Milan Krek, il quale ha affermato che la situazione si sta deteriorando e che i letti occupati negli ospedali «hanno raggiunto un plateau da cui non si riesce a scendere». Secondo le sue previsioni, la necessità di posti letto aumenterà in futuro. Ha spiegato che le previsioni mostrano come il numero di infezioni sarà elevato a febbraio e marzo e che dovrebbe scendere al ritmo di circa 40 infezioni al giorno a maggio.

Nella vicina Croazia i nuovi contagi sono stati 1.896 su 9.919 tamponi eseguiti con un indice di positività pari al 19,1%. Morte 44 persone. E oggi il presidente Zoran Milanović e il premier Andrej Plenković, con il suo intero governo, saranno vaccinati pubblicamente per incentivare l’opinione pubblica a fare lo stesso. —

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